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MATERA – Orgoglio virale. Si può sintetizzare in queste due parole quello che sta accadendo sul social network per eccellenza. Infatti dalla serata di mercoledì su Facebook è partita la corsa a postare un qualcosa nel gruppo “Sei di Matera se…”. Un vero e proprio fenomeno che ha invaso le caselle di posta degli internauti materani per via della miriade di notifiche che stanno giungendo. Ma la domanda è: di cosa si tratta? E’ stato creato un gruppo, chiamato appunto “Sei di Matera se…”, nel quale i vari membri, il cui numero si aggira attorno a svariate   migliaia (al momento in cui andiamo in stampa più di  5000) ed è sempre in evoluzione, postano, linkano, commentano e condividono i loro ricordi, le foto, le frasi, i detti e quanto altro ancora ricollegano alla Città dei Sassi.

Non nascondiamo che anche chi scrive in questo momento è stato rapito da questa “mania” e alle sei di mattina, appena sveglio, ha letto quelli che all’ora erano circa 200 post, contribuendo anche con dei propri ricordi, aneddoti o semplici flash che riconducono alla “materanità”.

Ma da ieri mattina il tutto è diventato “virale”. Un continuo susseguirsi di pubblicazioni e di “mi piace” che sono piovuti come un acquazzone estivo. Uno scatenarsi sul web che ha probabilmente anche sorpreso l’ideatore del gruppo, Antonio Serravezza, che forse non pensava di avere un successo così vasto e altrettanto immediato. Infatti non si fa in tempo a leggere un messaggio lasciato da un utente che ne arriva già un altro. Una vera e propria corsa a chi pubblica per primo.

I modi di dire sono stra i post più gettonati: «Cià, tutt appò?», oppure «Dumm a c si fuggh cà t duch a c’ appartn», o ancora: «Sei di Matera se… quond ie’ fronk jngm tit». Oppure si sottolinea l’abitudine materana a troncare le parole: «Sei di Mate’ se… cia’ io so U’ e tu come ti chia’… piace’… be ci vedia’…». Oppure i fuorisede nostalgici postano messaggi del tipo: «Sei un emigrante materano se la prima cosa che fai quando torni è comprare la focaccia di Paoluccio e la seconda è prendere il panzerotto da Sottozero». Ovviamente non possono mancare i riferimenti alla Festa della Bruna. E quindi si legge: «Sei di Matera se hai avuto il coraggio di mettere la trombettata della Festa della Bruna come suoneria del tuo cellulare». Oppure: «Wagnú sciam a strazzá u quar». O ancora alcuni membri hanno postato dei ricordi d’infanzia come: «Sei di Matera se mentre facevi la scarpetta col pane nel ragù la domenica mattina appena sveglia, nonnina ti diceva “nan g scenn p’zzlond!!!”». E il pane è rigorosamente quello di Matera, che, per tutti, è meglio di quello di Altamura. Non poteva mancare anche un riferimento all’emittente televisiva locale: «Sei di Matera se… andavi a Trm vestito a maschera e ti hanno domandato: “Quanto offri al Carnevale di Matera?” e dopo salutavi: “mamma a papà e tutti i miei genitori!”».

Un capitolo importante è quello legato ad alcuni personaggi: dal mitico Peppino Persia, protagonista delle mattinate, passando per Girolamo Lacertosa e Giuseppe Paradiso, senza tralasciare  Gino Masciullo, detto Gino Mille Lire, o Raffaele e tanti altri ancora.

Uno spaccato  di questi ricordi è dedicato al cibo, un altro alle attività commerciali storiche come la tabaccheria Bice o l’Emporio Morelli. Infine lo sport: dalla mitica Pfv, al calcio, con i cori da stadio e gli striscioni più popolari come quello che recitava: «Nan v pnzem prept!». La “materanità” è anche questo. Anche questa è cultura. Anche in ottica 2019.

a.mutasci@luedi.it

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