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SENISE – Per gli investigatori si tratta di un «colpo durissimo allo spaccio di sostanze stupefacenti». Una vera e propria maxi operazione visto il numero degli arrestati, 11 persone, e soprattutto i 48 che risultano iscritti in totale sul registro degli indagati. Per un paese che conta poco più di 7mila anime, non è poco: a Senise la droga veniva smerciata ovunque, ma i centri dello spaccio erano nascosti dietro il paravento di insospettabili attività commerciali come il bar del sessantenne Rocco Ponzio (in foto, a destra) e la pescheria dove lavorava il più giovane Antonio Aschettino (in foto, a sinistra). Quando i militari della locale compagnia di carabinieri si sono accorti di quello che girava in mezzo a spigole e frutti di mare hanno avuto l’ispirazione: operazione “Fishmonger” – l’hanno chiamata così – che in inglese sta proprio per “pescatore”, e ieri notte è scattato il blitz.
Sono 17 le misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Lagonegro, Lucia Iodice. Ieri mattina le hanno illustrate il capitano Biagio Simonetti, il Procuratore della Repubblica di Lagonegro, Vittorio Russo, e il comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Potenza, Antonio Milone, che hanno descritto anche per sommi capi il significato della loro attività.
Tutto sarebbe iniziato due anni fa, dopo il ricovero all’ospedale di Chiaromonte, di un minorenne della zona che era finito in overdose. Di lì l’indagine si è infiltrata nel contesto cittadino, fino a quando non sono stati delineati tre diversi gruppi di distribuzione, distinti per tipologia di droga: cocaina, hashish e marijuana.
«Un’indagine fitta – ha spiegato il capitano Simonetti – che ha portato a individuare due diverse direttrici di approvvigionamento, Campania-Calabria da una parte e Puglia dall’altra, oltre a un microcosmo dello spaccio al dettaglio e un reticolo di soggetti capaci di instaurare con i clienti di tutte la fasce sociali un vero e proprio rapporto commerciale». Non solo minorenni quindi, ma consumatori di tutte le età e le classi di censo. A ognuno la sua droga preferita.
«Servizi mirati di osservazione, controllo e pedinamento, videoriprese di alcuni luoghi diventati ritrovi abituali di assuntori e rifornitori, intercettazioni telefoniche e ambientali condotte con le tecniche più moderne». Questi gli strumenti messi in campo dagli investigatori, che «hanno consentito di ricostruire – stando al capitano Simonetti – un particolare e fiorente mercato illecito di sostanze stupefacenti, diviso per aree di competenza in relazione alla materia trattata, in cui per ciascuna area si snodava una vera e propria catena delinquenziale che va, a ritroso, dallo spacciatore al trafficante. In tale contesto, nell’area dedita al commercio di hashish e marijuana, sono stati identificati alcuni personaggi molto attivi anche con cocaina». Qui il lavoro dei militari coordinati anche dal pm Francesco Greco è salito di livello.
A riscontro delle accuse, sempre nel corso dell’indagine, una serie di attività sotto copertura hanno portato al sequestro di 150 grammi di “bianca”, 20 grammi di hashish, 80 di marijuana e cinque piante di cannabis, che qualcuno aveva cominciato a coltivare in proprio, 5 grammi di eroina e persino due fiale di adrenalina, che è la sostanza che viene utilizzata per rimediare agli effetti peggiori dell’overdose.
Considerati i precedenti come quello del ragazzo finito in ospedale, dev’esserci stato chi si preoccupava di evitare che situazioni del genere si ripetessero.
«Un altro duro colpo alle organizzazioni criminali lucane portato a termine dai carabinieri di Senise – ha concluso radioso il capitano Simonetti – dopo l’operazione che nemmeno un mese fa ha sgominato un’associazione specializzata nel traffico di sostanze stupefacenti tra il Nord Italia e la Basilicata». Dei sette finiti in carcere allora soltanto a uno il Riesame ha concesso i benefici dei domiciliari. Come loro anche quelli arrestati ieri mattina sono stati condotti nel carcere di Sala Consilina dove l’inizio degli interrogatori di garanzia è previsto per oggi.

Leo Amato

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