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REGGIO CALABRIA – E’ scontro tra la giunta regionale della Calabria e l’Associazione nazionale magistrati dopo la sentenza che ha condannato il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti a sei anni (più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici) per il reato di abuso d’ufficio (LEGGI). Nella tarda serata di ieri, la giunta aveva commentato la sentenza sostenendo che «il comportamento reiteratamente ostile e illegittimo del tribunale ne aveva costituito una evidente anticipazione. La sentenza, tra l’altro – continua la nota – ha preteso di strafare applicando una pena eccessiva ed esorbitante, volutamente esemplare. Quasi nel tentativo di sottolineare la base politica della condanna. Non è questo il modo di intendere il corretto svolgimento dei rapporti tra ordine giudiziario e politica». 

Questa mattina la giunta dell’Associazione nazionale magistrati ha diffuso la replica a quelle esternazioni richiamando «l’attenzione sui principi cardine del nostro ordinamento. Nel ricordare che la critica ai provvedimenti giudiziari è il sale della democrazia – aggiungono i magistrati – si sottolinea che il tentativo, che spesso comincia ben prima degli esiti processuali, di delegittimare l’operato della magistratura tutta, al di là della doverosa dialettica che esiste tra i diversi gradi di giudizio e le differenti prospettive imposte dalle funzioni, è inaccettabile, specie ove si tenta di “imbrigliare” l’attività giurisdizionale all’interno di paradigmi, che fanno parte esclusivamente della critica politica, con l’utilizzo, in specie da parte di un organo istituzionale quale la giunta regionale, di terminologie quali “anticipazione”, “volutamente esemplare”, “tentativo di sottolineare la base politica della condanna”, “necessità di ripristino delle fondamentali regole giuridiche oggi ignorate”, assolutamente incompatibili con il fondamentale principio della ripartizione dei poteri».

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