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TORINO – La ‘ndrangheta ha da tempo varcato i confini del territorio calabrese infiltrandosi in modo pervasivo in diverse altre regioni, con particolare riferimento alla Lombardia, all’Emilia Romagna e non ultimo al Piemonte. Proprio in Piemonte diverse sono state le inchieste che hanno colpito esponenti anche di spicco della criminalità organizzata calabrese che avevano anche mantenuto rapporti stretti con le ‘ndrine di origine in Calabria. Una di queste, l’operazione demonata Esilio, ha portato all’emissione di una sentenza di condanna per tredici persone e all’assoluzione per un’altra. 

Il processo in questione si è svolto con il rito abbreviato scelto dagli imputati coinvolti nell’operazione ‘Esilio’ del maggio 2013. Secondo l’accusa, sostenuta dai pubblici ministeri Roberto Sparagna e Stefano Castellani, gli imputati facevano parte di una locale di ‘ndrangheta, costituita a Giaveno, nel torinese, dedita soprattutto al traffico internazionale di droga. Il giudice per l’udienza preliminare Alessandra Danieli ha ritenuto valide le accuse arrivando ad una sentenza di condanna fino a un massimo di 8 anni di carcere, pena data al presunto capo della cellula, Giuseppe Mirabella. Altri imputati hanno invece patteggiato la pena.

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