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COSENZA – GLI interventi per la sistemazione del fiume Crati, la cui esondazione portò acqua e fango sugli scavi di Sibari un anno fa, costituiscono la reale priorità per la messa in sicurezza dell’intero territorio. La responsabilità di gran parte dei lavori, già nell’immediato, furono individuate dai tecnici del Ministero per lo sviluppo e la coesione economica tra Regione Calabria e Commissario straordinario delegato per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, Domenico Percolla. E per la sola parte della manutenzione ordinaria tra Provincia di Cosenza e Comuni di Cassano e Corigliano. Sulle spalle del commissario Percolla, nel trascorrere dei mesi, sono cadute le maggiori responsabilità della mancata attuazione di quei progetti, secondo quanto scritto nella relazione Uver ministeriale, tanto che il suo incarico vacillò nello scorso mese di luglio. Lo abbiamo contattato per capire, oggi, a che punto sono i progetti per la salvaguardia degli argini del fiume. Percolla non entra nel merito delle critiche, evita le polemiche e preferisce rispondere solo sull’azione del suo ufficio. «Il Progetto Definitivo relativo agli “Interventi di sistemazione idraulica del Fiume Crati in territorio comunale di Corigliano e Cassano” dell’importo di 4.000.000 è finalizzato alla mitigazione del rischio idrogeologico nel tratto mediano dell’asta fluviale compreso tra la linea ferroviaria a monte e la S.S. 106 bis a valle. I lavori riguarderanno il ripristino manutentivo delle esistenti sponde arginali in terra, in sinistra idraulica nel territorio comunale di Cassano allo Ionio per una estensione di m 1661,29 in località Lattughelle e verso valle fino al Parco Archeologico di Sibari (escluse le aree di altro intervento a cura della Provincia di Cosenza), ed in destra idraulica nel territorio comunale di Corigliano Calabro per una serie di tratti aventi estensione complessiva di m 819,60 in località Ministalla, per una estensione totale dell’intervento di m 2.480,89».
Che tipo di intervento sarà realizzato?
«Le finalità dell’intervento riguardano la stabilizzazione geotecnica e la protezione idraulica delle opere spondali. Il ripristino manutentivo delle esistenti sponde arginali in terra, c’è da precisare, non riveste carattere risolutivo ma bensì mitigativo del rischio esondazione. Gli interventi previsti sono la pulizia generale e profilatura di rispristino secondo preesistenti sagome delle sponde arginali in terra, la realizzazione di opere longitudinali di difesa per il potenziamento della stabilità geotecnico/idraulica delle esistenti sponde arginali in terra con gabbionature».
I coltivatori della zona ci hanno parlato anche di un allarme istrici, anche se in realtà si tratta di nutrie, animali che scavando nel terreno rendono fragili gli argini. Sono previsti interventi anche in questo senso?
«Non rientra nei compiti del mio ufficio fare tali valutazioni, ma nel progetto è previsto lo stendimento di una rete metallica a doppia torsione lungo il paramento esterno degli argini che completa la protezione anche nei confronti dell’azione dannosa operata dalle nutrie che, scavando veri e propri tunnel all’interno dei corpi arginali per la realizzazione delle tane, favoriscono la loro esposizione ai fenomeni di rotta e sifonamento».
E per quanto riguarda i terreni sui quali il Tar ha dato una sospensiva per l’attuazione dei lavori?
«Per quanto concerne la disponibilità delle aree necessarie alla esecuzione dei lavori credo si potrà procedere ad una occupazione temporanea d’urgenza e su questo punto stiamo lavorando anche nell’ottica di coinvolgere ad una disponibilità le ditte che risultano proprietarie delle particelle».
Un progetto molto articolato. Cosa manca per metterlo in atto?
«Il Progetto definitivo in questione risulta munito di tutti i pareri, le autorizzazioni ed i nulla osta ricorrenti ed è in corso di Verifica ai fini della Validazione da parte di una società accreditata ed all’uopo incaricata per supportare il R.U.P. (Responsabile Unico del Procedimento) nella fase finale approvativa. Al termine di detta fase, ormai imminente, si procederà alla scelta del contraente per l’esecuzione dei lavori mediante Appalto Integrato sulla base del Progetto Definitivo che, in relazione all’importo dei lavori ed alle forme di pubblicità previste si concluderà entro due mesi circa».
E si concluderanno?
«La durata dei lavori è stata presuntivamente fissata in mesi 6, successivi all’affidamento ed alla consegna, di modo che l’intervento dovrebbe risultare ultimato entro settembre 2014 per essere collaudato entro il successivo termine di due mesi».

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