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COSENZA – «In Calabria la legge del 2009 che riorganizza e disciplina i procedimenti per la vigilanza sulle norme sismiche e la legge urbanistica del 2002 dimostrano, ancora una volta, che l’iter legislativo è sempre lungo e travagliato». Se la prendono con «i Governi che si alternano» e ancor più con «l’elastica e polivalente burocrazia regionale», geologi, ingegneri, pianificatori, studenti, liberi professionisti, ricercatori, operatori nella pubblica amministrazione e uomini di legge nel documento approvato al termine dei lavori di un simposio che si è svolto all’Unical. L’iniziativa ha riguardato una riflessione ampia dalla tragedia del Vajont alle catastrofi che spesso colpiscono l’Italia.   Nel 2012, prosegue il testo, «ci troviamo ancora in attesa della carta geologica, che dovrebbe vedere la luce al più presto, così come quella delle diverse aree di rischio, che necessita di una revisione ed ampliamento a tutto il territorio regionale». 

Da qui la proposta di costituire un gruppo regionale calabrese contro le catastrofi idrogeologiche, che «potrebbe costituire l’anello di congiunzione efficace tra mondo dei saperi, mondo delle professioni, ambiti politico-amministrativi: la sua nascita sarebbe salutata come momento di vera e propria svolta per fronteggiare emergenze ormai quotidiane e avviarci, invece, verso e moderne azioni di tutela e sviluppo».   L’Università della Calabria, insieme agli Ordini dei Geologi e degli Ingegneri – conclude il testo – intende avviare un primo gruppo di lavoro multidisciplinare che avrà il compito di redigere un programma operativo da sottoporre all’attenzione degli altri operatori che dovranno costituire il Gruppo regionale contro le catastrofi idrogeologiche

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