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E’ stato condannato, in primo grado, a 20 anni di carcere Gianfranco Bona, l’imprenditore accusato di aver ucciso il farmacista Luigi Fontana con un crodino avvelenato con il cianuro. Il pm aveva chiesto l’ergastolo, mentre la difesa aveva chiesto che venissero concesse le attenuanti generiche perchè Bona era vittima di usura. Il giudice non ha ritenuto che ci fosse l’aggravante della premeditazione e ha concesso invece le attenuanti generiche. (AGI)
(AGI) – Milano, 11 lug. – La vittima, 64 anni, era titolare di una farmacia in via Forze Armate a Milano, era sposato e con due figlie. Era stato avvelenato il 2 aprile del 2012 ed è morto dopo 2 settimane di agonia. Bona, 50 anni e titolare di una piccola ditta di trasporti, era anche accusato di tentato omicidio, perchè avrebbe cercato di uccidere (con un caffè avvelenato sempre col cianuro) il magazziniere della farmacia Francesco Bruno. 
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il giorno dell’avvelenamento, si era presentato in farmacia ed era andato a prendere un crodino per Fontana e un caffè per il magazziniere, a cui aveva aggiunto del cianuro. Bona, nel corso del processo, si era difeso spiegando che il farmacista gli aveva prestato dei soldi con un tasso usurario e che lo aveva minacciava perchè non era in grado di restituire il denaro. 

E’ stato condannato, in primo grado, a 20 anni di carcere Gianfranco Bona, l’imprenditore accusato di aver ucciso il farmacista Luigi Fontana, originario di Castelsaraceno ma da tempo residente a Milano, con un crodino avvelenato con il cianuro.

 

 Il pm aveva chiesto l’ergastolo, mentre la difesa aveva chiesto che venissero concesse le attenuanti generiche perchè Bona era vittima di usura. Il giudice alla fine non ha ritenuto che ci fosse l’aggravante della premeditazione e ha concesso invece le attenuanti generiche. 

La vittima, 64 anni, era titolare di una farmacia in via Forze Armate a Milano, era sposato e con due figlie. Era stato avvelenato il 2 aprile del 2012 ed è morto dopo 2 settimane di agonia. Bona, 50 anni e titolare di una piccola ditta di trasporti, era anche accusato di tentato omicidio, perchè avrebbe cercato di uccidere (con un caffè avvelenato sempre col cianuro) il magazziniere della farmacia Francesco Bruno. 

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il giorno dell’avvelenamento, si era presentato in farmacia ed era andato a prendere un crodino per Fontana e un caffè per il magazziniere, a cui aveva aggiunto del cianuro. Bona, nel corso del processo, si era difeso spiegando che il farmacista gli aveva prestato dei soldi con un tasso usurario e che lo aveva minacciava perchè non era in grado di restituire il denaro. 

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