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DUE pacchetti di Dunhill – Rothmans L.L. Blu Slim scandivano la giornata lavorativa di Tommy che a fine anni ’90, una volta raggiunta la pensione da Telecom, dedicava circa dieci ore al giorno alla sua Radio Sud Italia che nel frattempo si era sistemata in un villino ai Piani del Mattino. Tommy aveva aggiunto l’appellativo “Italia” alla sua storica “Radio Sud” dopo il travagliato divorzio da “Radio Italia, solo musica italiana” di Mario Volanti. Tommy non aveva condiviso la decisione di Volanti di passare dalla formula di syndication a quella di network, senza il riconoscimento alle emittenti locali di un ristoro per aver contribuito al successo nazionale della storica emittente milanese e per questo aveva deciso di clonare a Potenza, sui 101 mhz, il format di Radio Italia che nel frattempo si era trasferita sui 101,300 mhz ceduti dallo stesso Tommy a Volanti.  Per mettere in atto questo nuovo progetto Tommy acquisì una mia  concessione governativa per l’esercizio radiofonico che avevo ottenuto con “Rete Lucana” e così, a progetto ultimato, la sua “Radio Sud Italia” era sicuramente migliore di quella di Volanti. Innanzi tutto per l’utilizzo degli storici 101 mhz, ma anche per la tecnologia che Tommy mise in campo grazie a regie automatiche e fiammanti ponti radio Rvr che all’epoca erano sicuramente più affidabili del rocambolesco collegamento satellitare utilizzato da Radio Italia di Milano. 

Tommy aveva un gusto particolare in ogni cosa: per raggiungere i clienti si muoveva, anche per piccoli spostamenti, con la sua luccicante Ford Cougar 2.5i V6 24V; per il caffè in radio, alla pausa di ogni Dunhill – Rothmans L.L. Blu Slim, corrispondeva una fumante tazza di Caffè Lavazza. La sua scrivania era sempre in ordine: contornata di vecchie foto, ordinate per data, coppe e medaglie, conferite a Radio Sud per il suo impegno nello sport e su tutto due grandi foto. Quella di Anna Emilia, che era al centro di ogni sua premura, e quella della piccola Francesca, verso la quale riservava sempre un sorriso misto a commozione. Poi il giro di telefonate: una volta finite quelle di lavoro e rivolte principalmente ai clienti morosi, cominciavano quelle di relazione. Una sicuramente a Filippo D’Agostino di Basilicata Radio Due, del quale apprezzava lo stile radiofonico e con il quale condivideva con fiducia ogni problema legato all’esercizio radiofonico. “Giuseppeeee ??? ….. Tommyy” (con due ?? tre emme e due yy) esordiva ogni volta che mi interpellava per la regia automatica o per gli adempimenti relativi al passaggio dell’autorizzazione a trasmettere da Rete Lucana a Radio Sud Italia. Ma Tommy non finiva qui. Ogni anno dopo undici mesi di duro lavoro, il mese di dicembre lo dedicava completamente alle altre sue grandi passioni: il gioco del poker e il mare. Passioni che riusciva a coniugare con un’unica permanenza a Santo Domingo, con caffè Lavazza e autista al seguito. Meta dalla quale tornava solo quando i conti erano in pareggio. Questo era Tommy: un personaggio mitico e se dovessimo descrivere con il testo di una canzone non avremmo difficoltà a utilizzare quella di Julio Iglesias: “Sono un pirata, sono un signore”.

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