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SIDERNO (RC) – «Possibile inquinamento di carattere malavitoso, gravi inadempienze e carenza assoluta di cautele». Sarebbero queste le motivazioni con cui il Grande Oriente d’Italia, nella persona del gran maestro Gustavo Raffi, ha sospeso a tempo indeterminato una loggia del Goi nella Locride, la “Rocco Verduci” di Gerace. Una decisione storica e allo stesso tempo devastante. E’ la prima volta che accade. La massoneria, come la pubblica amministrazione, può essere “commissariata e sciolta per mafia”. 

E’ il segno che anche tra i “fratelli muratori” qualcosa sta cambiando, una presa di coscienza che arriva dopo anni e anni di inchieste giudiziarie e scandali che hanno travolto personaggi legati alla ‘ndrangheta che da tempo erano anche inseriti in contesti massonici di livello nazionale e internazionale. All’interno del Goi qualcuno si è stancato: per tutelare quella che ritiene una istituzione nobile e utile al progresso della società ha iniziato, da tempo, a battere i pugni sul tavolo. Però ancora sembrano essere diversi i controsensi all’interno della massoneria, ma certo il provvedimento adottato dal Goi è al momento il più chiaro segnale di una volontà di invertire la tendenza. Quelle che sono sembrate a volte chiacchiere da bar hanno oggi trovato riscontro prima nelle carte delle inchieste giudiziarie e poi anche nelle verifiche interne alla massoneria. Quello colpito dal provvedimento del Grande Oriente è certamente un contesto inaspettato per l’evoluzione della massoneria nella Locride. Siderno, sede del “tempio” e Gerace sede della “loggia”, due città simbolo del “perbenismo” e anche della cultura massonica del territorio, oggi sono state investite dal decreto di Raffi. Tutto parte da una segnalazione che, per le realtà evidenziate e portate all’attenzione dei vertici dell’obbedienza, ha imposto un’ispezione da parte del Grande Oriente. 
L’ispezione sarebbe avvenuta mesi fa ed è durata il tempo in cui un incaricato del gran maestro ha potuto relazionarsi con la realtà del territorio e con i frequentatori del “tempio”. Alla fine è venuta fuori una relazione che parla di «irregolarità nelle affiliazioni, e possibile inquinamento addirittura di carattere malavitoso». Ma ci sarebbe un passaggio delle valutazioni dei vertici del Goi che se veritiero farebbe riflettere non poco, e riguarda il fatto che alcune affiliazioni pur non essendo andate a buon fine rivelerebbero gravi inadempienze e carenza assoluta di cautele. In poche parole chi avrebbe dovuto gestire l’entrata in massoneria di nuovi soggetti non solo non ha rispettato le procedure, ma non si è curato di verificare la possibile vicinanza ad ambienti criminali del papabile “fratello”, vicinanza che in un territorio come la Locride non è certo difficile accertare. 
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