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LAMEZIA TERME – Ha pensato di risolvere alcuni dissidi con il cognato presentandosi sotto casa armato di una calibro 380 automatica, esplodendo 13 colpi di pistola quando ha visto che a casa del cognato c’erano la convivente e il figlio. Due proiettili penetravano all’interno dell’abitazione della vittima designata forando una finestra della cucina al primo piano dalla quale il nipote del pistolero si era affacciato per vedere chi era a suonare il campanello di casa a quell’ora tarda. 

Per Vincenzo Iannelli, 42 anni, solo ieri mattina intorno alle 11.30, dopo oltre 13 ore dalla notte di fuoco, probabilmente vista la pressione dei carabinieri che gli stavano dando la caccia, scattava l’arresto nel momento in cui si presentava alla caserma dei carabinieri. 
Dovrà rispondere di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, ricettazione e danneggiamento aggravato. Iannelli, secondo la ricostruzione della movimentata serata, si presentava intorno alle 22.40 di ieri sera a casa del cognato in via dei Salici (entrambi residenti in due abitazioni poco distanti fra loro con i rispettivi nuclei familiari) una traversa di via Foderaro, nel cuore del quartiere Capizzaglie già teatro di numerose sparatorie. 
Le vittime, il nipote di Iannelli e la convivente, raccontavano ai carabinieri che poco prima delle 22.30, lo zio si presentava sotto casa dove cominciava a suonare al citofono imprecando contro il cognato invitandolo ad uscire di casa. Il caso ha voluto che non fosse ancora rincasato. Il figlio e la convivente, in quel momento bersaglio di Iannelli, affacciatisi alla finestra, avendo notato che il parente impugnava una pistola, facevano appena in tempo a gettarsi sul pavimento quando cominciavano a sentire i colpi esplosi in rapida successione due dei quali nella loro direzione tant’è che si andavano ad infrangere in un mobile alle loro spalle. Quando i carabinieri giungevano sul posto l’autore della sparatoria si era da poco allontanato a bordo della sua autovettura. 
La scena che si ritrovavano davanti i militari dell’arma era quella di un immobile indipendente su due livelli le cui facciate si presentavano scheggiate da numerosi fori di colpi di arma da fuoco. 
E sul selciato venivano rinvenuti ben 13 bossoli.  Appena partito l’allarme al 112, incessanti sono state le ricerche dei militari dell’arma che attuavano una cinturazione della città con vari posti di blocco. All’alba è poi sopraggiunto in supporto anche un elicottero dell’8° Elinucleo di Vibo Valentia determinante nell’individuazione dell’auto del fuggitivo che veniva avvistata in una stradina interpoderale in una zona rurale di località Sambiase. Poco dopo il ritrovamento dell’auto Iannelli si presentava in caserma e per lui la nottata si concludeva in una cella del carcere di Lamezia.

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