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REGGIO CALABRIA – Sono almeno 100 gli esemplari di falco pecchiaiolo abbattuti ieri in provincia di Reggio Calabria. Lo denuncia la Lipu che da sabato scorso è impegnata coi propri volontari in un campo antibracconaggio in supporto all’azione di controllo del Corpo Forestale dello Stato. Nel corso dei controlli sono stati denunciati due bracconieri.   «Approfittando del massiccio passaggio migratorio – è scritto in una nota della Lipu – di almeno 5mila falchi, registrato in un solo giorno, i fucili dei bracconieri hanno aperto il fuoco come se fosse una normale giornata di caccia».   

Il presidente della Lipu, Mamone Capria, ha ringraziato il Nucleo Operativo Antibracconaggio per «l’ottimo lavoro svolto. Crediamo che l’azione del Corpo Forestale vada tuttavia rafforzata, essendo il bracconaggio ai falchi un fenomeno ancora persistente in vaste zone del territorio reggino. Chiediamo al Prefetto di Reggio Calabria di sollecitare le altre forze di polizia a muoversi sul territorio. Troppe armi clandestine sono in mano ai bracconieri».  «Purtroppo gli avvenimenti di Pellaro, Embrisi e Santa Venera – aggiunge Giovanni Malara, responsabile antibracconaggio Lipu – dimostrano ancora una volta come il controllo ordinario del territorio in provincia di Reggio Calabria sia inesistente, come abbiamo denunciato in più occasioni. Senza la presenza del Noa e della Lipu le conseguenze per i falchi in migrazione sarebbero state molto più gravi».

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