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Una famiglia siciliana sterminata. Tragico il bilancio dell’incidente stradale verificatosi ieri pomeriggio intorno alle 15,20 sull’A3, Sa-Rc, tra gli svincoli di Mileto e Rosarno. Uno schianto sul quale ancora non sono state fornite le dinamiche esatte che sono al vaglio della Polstrada di Vibo Valentia. L’impatto nel primo pomeriggio al chilometro 373 nelle vicinanze dello svincolo di Mileto al confine tra le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia
Le vittime sono Francesco Laurendino, 27 anni, Gianluca Riolo (20), Patrizia Cirlincione (46) e le figlie Patrizia (2)e Lucia(8). Tutti morti sul colpo. Antonella Laurendino, 25 anni, sorella di Francesco, è ricoverata in gravissime condizioni nell’ospedale di Polistena dove è stata sottoposto ad un intervento chirurgico per l’asportazione della milza. Tutti stavano rientrando da Milano, dove risiedono da tempo, in direzione Palermo, loro città di origine. L’autista del mezzo pesante, un 31enne di Maratea, che procedeva verso nord è praticamente illeso ma sotto choc. Straziante lo scenario di morte che si è presentato ai soccorritori che si sono trovati davanti quanto rimasto del Suv praticamente accartocciato e con frammenti della vettura scagliati anche a diversi metri di distanza dal luogo dell’impatto. Sparsi anche a distanza di alcuni metri dalla zona circostante effetti personali e giocattoli degli occupanti del mezzo.
La Procura della Repubblica di Palmi, competente per territorio, ha aperto un fascicolo sull’incidente. Il pm di turno Andrea Papalia ha disposto il sequestro dei due mezzi incidentati ed ha affidato l’ispezione medico legale sulle salme per decidere l’eventuale esecuzione dell’esame autoptico. I rilievi necessari a ricostruire la dinamica dell’incidente, avvenuto per un’invasione di corsia, in uno dei tratti interessati dai lavori di ammodernamento dell’arteria stradale sono state affidate alla Polstrada di Vibo Valentia.
Sull’incidente interviene il consigliere comunale di Roma, delegato ai rapporti con la comunità calabrese che invita il viceministro Roberto Castelli «ad accelerare i lavori di ammodernamento dell’autostrada invece di pensare all’introduzione del pedaggio».

IL PDCI CALABRIA: “DENUNCEREMO L’ANAS”
«Quante vittime innocenti dovranno essere ancora sacrificate sull’altare dei ritardi, delle inefficienze, delle inadempienze e dell’insicurezza dei lavori dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria?». A chiederlo è il segretario regionale del Pdci Michelangelo Tripodi, che ha annunciato di voler presentare una denuncia a carico dell’Anas: «La tragedia avvenuta ieri – aggiunge – con cinque morti tra cui due bambine, è una notizia tristissima e dolorosissima. Non conosciamo ancora la dinamica. Una cosa è certa: l’incidente è avvenuto in uno dei tantissimi tratti a doppio senso interessati agli infiniti lavori di ammodernamento e di ampliamento. Ciò ripropone la drammatica ed urgente questione della sicurezza che, soprattutto nei tratti a doppio senso, è del tutto inesistente.
L’Anas e i contraenti dei vari macrolotti hanno grandissime responsabilità per quanto sta accadendo da troppi anni. Mentre aumentano i ritardi, crescono contemporaneamente i rischi e diminuiscono i livelli di sicurezza sulla A3 che è stata ormai trasformata in vero e proprio percorso di guerra. Troppe promesse e inganni ci sono stati in questi anni da parte del governo di centrodestra e dell’Anas, che vorrebbero farsi pagare addirittura un pedaggio per un’arteria impraticabile e pericolosissima».
«Non possiamo più accettare – afferma Tripodi – che persone inermi e innocenti facciano da cavie alle inadempienze e alle incapacità colpevoli dell’Anas e dei contraenti. Ci auguriamo che la magistratura faccia piena luce sulle responsabilità dirette ed indirette del tragico incidente, individuando e punendo severamente i colpevoli».
«Come Pdci Calabria – conclude – abbiamo intenzione di presentare un esposto denuncia contro il presidente e direttore generale dell’Anas Ciucci, i dirigenti dello stesso ente nonchè i contraenti generali rei per aver omesso di munire le corsie di marcia dei necessari strumenti di sicurezza, per aver ridotto drasticamente i livelli di sicurezza e di tutela, per aver tenuto un comportamento illegittimo che potrebbe configurare il reato di concorso in omicidio colposo. Abbiamo dato mandato ai nostri legali di predisporre tutti gli atti necessari per avviare l’azione giudiziaria».

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