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MATERA – Sei amici, sei giorni, 147 chilometri percorsi. Un viaggio lungo i sentieri della memoria. Questo in sintesi il senso del libro “Sulle tracce della memoria e dei briganti. Storia e cronaca di un viaggio a piedi dallo Ionio al Tirreno tra i monti del Pollino” di Giovanni Viceconte, professore di Endoscopia digestiva alla Sapienza di Roma, scrittore per passione. Non un diario di viaggio qualunque, ma piuttosto un viaggio sentimentale alla riscoperta delle radici.  A compierlo una “squadra” davvero speciale: i fratelli Giovanni e Guido Viceconte, suo figlio Gian Nicola, Claudio Mazzella, Umberto Breglia (il fotoreporter della missione) e lo “straniero” Gaetano Quagliarello. Il ministro per le Riforme, in effetti, è l’unico non lucano della spedizione. Ma l’amicizia con Guido e l’antica passione per le escursioni in montagna sono stati uno stimolo irresistibile a lasciarsi coinvolgere. A due anni dall’avventurosa escursione a tappe, che ha visto i sei amici ripercorrere tutte le strade non rotabili, una volta battute dai briganti di Antonio Franco che nella Francavilla dei fratelli Viceconte aveva il suo quartier generale, parte della “squadra” si è ritrovata nella sala di Palazzo Viceconte per presentare il resoconto del viaggio: un agevole volume, ricco di foto e aneddoti sui luoghi attraversati, edito da Osanna. Che Gaetano Quagliariello, nel frattempo, sia diventato ministro per le Riforme è un dettaglio del tutto irrilevante, come lo è l’impegno in politica di Guido Viceconte e Paolo Bonaiuti che del libro ha curato la prefazione. Il fulcro della serata, sapientemente presentata dal lucanissimo direttore del Radiogiornale Rai Antonio Prezioso, è il viaggio e le sensazioni che sui suoi protagonisti ha lasciato. Il primo a raccontare il “suo” viaggio è Guido Viceconte. D’altra parte è il padrone di casa e tocca a lui rompere il ghiaccio. «Il libro è il racconto del nostro viaggio attraverso i monti del Pollino – spiega- che per me è stato un ritorno ai luoghi della memoria e alle radici». A restituire senso pieno alle parole del senatore un video realizzato dal figlio Gian Nicola, mirabile sintesi delle sei tappe del viaggio culminato con un traversata in canotto del fiume Lao da Rotonda al Tirreno. In realtà, come Paolo Bonaiuti sottolinea, la vera sfida dei sei “ardimentosi” è con se stessi prima che con le difficoltà del viaggio. «In effetti- conferma Quagliarello- tutti ne siamo usciti in qualche modo arricchiti. Per me è stata un’opportunità per conoscere un altro lembo di Sud, perchè come diceva Giustino Fortunato “per conoscere il Sud

bisogna percorrerlo a piedi». L’abbraccio con gli antichi padri è l’aspetto su cui, invece, si sofferma l’autore principale di quest’opera corale. «Attraversare gli antichi tratturi ci ha consentito di incontrare idealmente le persone che li hanno attraversati e di conoscere più a fondo se stessi e  ognuno dei compagni di viaggio. Tutto, dopo questi sei giorni, mi è apparso diverso. Anche Matera, al mio ritorno, mi è apparsa più bella». 

m.agata@luedi.it

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