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di ASSOCIAZIONE LIBEREDONNE con MARISA GAROFALO
Carissimo Direttore, l’associazione “Liberedonne”, aderisce alla lodevole iniazitiva lanciata da voi, in un giorno così importante per la donna come è l’8 marzo. Lodevole perché vuole essere anche una denuncia in una città dove tante donne hanno perso la propria dignità, tante non l’hanno mai vista realizzare, tante sognano i propri dirittti, tante combattono rischiando la propria vita credendo in un ideale, ma dove il silenzio è assordante… l’indiferrenza delle istituzioni è la violenza più grande che una donna può subire. Non c’è tutela, non c’e attenzione, non ci sono servizi e quelli che ci sono riescono a fare troppo poco. Ecco che in questo contesto è simbolica ma molto significativa l’iniziativa vostra di ricordare “tre donne ed una mimosa”… e qui voglio ricordare Lea Garofalo donna di grande coraggio… che sapeva già di dover morire, madrina dell’associazione Liberedonne, immortalata per noi il 25 novembre nella giornata mondiale della lotta contro le violenze sulle donne, nell’inaugurazione della nuova sede in via F. Cilea, facendo una fiaccolata indicando la speranza nel buio,in un mondo fatto di violenze, ed usando come memoriale per noi lo striscione regalatocci da Marisa Garofalo con la famosa frase di borsellino: “chi denuncia non muore mai-chi tace muore per sempre”. Ammirevole in quanto non ci può essere nessun 8 marzo e nessuna festa fin quando ci sono donne che hanno perso la vita e tante ancora all’interno delle mure domestiche soffrono in silenzio, sapendo di non poter urlare il loro dolore in quanto nessuno è attento a loro. Donne rassegnate al loro dolore in una città che non ha compassione per nessuno, grandi e piccoli. Non si può celebrare l’8 marzo facendo finta di niente, quando tante donne nelle loro case soffrono il freddo, la fame, la solitudine e si deve prostituire per un pezzo di pane da portare ai propri figli, perché nessuno vuole trovare delle opportunità per loro. Donne separate a cui è negato il sostentamento, vedove, ragazze madri e donne abbandonate in tarda età per una giovane straniera… Non ci può essere l’8 marzo in festa fin quando le donne impegnate in politiche e nelle importanti cariche istituzionali non si battono per le altre donne, non ci servono “diari rosa” perché lì ci sarebbe tanto da scrivere e i fogli non basterebbero, l’8 marzo è una festa importante ricordata in tutta l’italia ma non è la stessa cosa qui in Calabria e specialmente a Crotone “l’ultima periferia dell’Africa”, dove bisogna fare un passo indietro, dove “Progettodonna” alla Regione Calabria per aiutare le donne, non è mai decollato, dove le pari opportunità hanno fatto poco o niente, dove nuove cariche nascono tutti i giorni, dove tutti parlano di fare rete, di centri antiviolenza, di 1522, di case di accoglienza, di case per donne in difficoltà e minori, ma soprattutto dove nessuno scende in piazza e partecipa attivamente alle manifestazioni che trattano queste ed altre problematiche femminili a Crotone, come il 25 novembre dell’anno precedente e di questo anno dove di questi non c’era nessuno, dove nessuno fa niente di concreto per alleviare il dolore ed il disagio altrui, alla povera gente interessa la politica del fare e non del dire… e non ci interessano le riunioni in sala giunta nella giornata dell’8 marzo solo per redigere un atto mai elaborato, solo per attirare la stampa e le tv come lo è stato l’anno scorso, perché signor direttore le associazioni che lavorano seriamente sul territorio e che si rispettino quest’anno non ci saranno. Vogliamo sederci ai tavoli di lavoro seri, perché troppe donne stanno soffrendo in questo momento, mentre ci si prepara a festeggiare il carnevale. Per “Liberedonne” è importante fare rete… e se l’8 marzo fatto così in maniera seria-sensibile può raggiungere tante donne e aggregarle in un’unica e lodevole causa quale il ricordo di tre donne che hanno fatto scelte importanti contro la mafia, siamo ben liete di partecipare a questa iniziativa.

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