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Neanche la decisione arrivata dal governo sui pedaggi fa desistere gli autotrasportatori calabresi che non hanno alcuna intenzione di sospendere o rimuovere i presidi attuati ormai da 4 giorni.
Permane dunque il blocco sull’A3 Salerno-Reggio Calabria, sulla statale 106 e agli imbarcaderi di Villa San Giovanni. Anzi, come conferma Tommaso Alessi di Trasportounito Fiap, una delle organizzazioni che hanno dato vita alle proteste «se non otterremo risposte, siamo pronti a proseguire ad oltranza». Alessi, che da 4 giorni è fermo con il suo camion, parla di «esasperazione dell’intera categoria». Adesso è allo svincolo di Rosarno della A3 Salerno-Reggio Calabria dove ci sono altri suoi colleghi: «Siamo lavoratori, padri di famiglia – aggiunge – e vogliamo andare avanti con dignità e professionalità. Invece, stiamo tutti fallendo perchè non riusciamo a portare a casa uno stipendio decente ma solo tanti debiti. Tutto questo a causa della politica portata avanti fino ad ora dalle grandi associazioni di categoria che non ci hanno tutelato». «Qualcuno – prosegue Alessi – dice che stiamo mettendo in ginocchio l’Italia. Noi non vogliamo che questo accada ma non ce la facciamo più. Proseguiremo pacificamente la nostra protesta. A noi si stanno unendo anche i pescatori che vivono la stessa situazione di disagio per il caro gasolio e per tutta una serie di incombenze che sono diventate impossibili da sopportare».
Intanto i camionisti, incassata la solidarietà di agricoltori dell’Anpa e dei trasportatori di farmaci che dicono di condividere le ragioni della mobilitazione, rimangono fermi con i loro autotreni in corrispondenza degli snodi viari principali della regione.
La situazione dunque non cambia: i distributori sono rimasti ormai senza carburante sia lungo la rete autostradale che nelle stazioni di servizio urbane e della rete stradale ordinaria: «Al momento – dice Antonino Pedà, presidente regionale della federazione gestori degli impianti stradali che aderisce a Confcommercio – la situazione è questa. Si spera in uno sblocco della situazione nelle prossime ore. Da parte delle società petrolifere c’è la massima disponibilità».
La penuria di carburante che comincia a fare sentire i suoi effetti sugli automobilisti porta a escogitare anche delle vere e proprie frodi come nel caso di Isola Capo Rizzuto (Kr) dove il gestore di una stazione di servizio e un autotrasportatore, sono stati denunciati in stato di libertà dai carabinieri perchè sorpresi a sversare circa diecimila litri di gasolio agricolo in una delle colonnine.

SABATO E DOMENICA, APERTO L’UFFICIO
DEL COMMISSARIO RIFIUTI
l’ufficio del commissario rifiuti ha diramato una nota nella quale si comunica che «In considerazione dello sciopero degli autotrasportatori e delle conseguenti problematiche che si sono create nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, quest’Ufficio ha informato le Prefetture e le Questure della Calabria della situazione in atto ed ha messo in moto un circuito, in collaborazione con le aziende, per tenere aperte le discariche. Dopo quattro giorni di fermo è naturale che il settore fa registrare delle situazioni particolari.
Pur tuttavia, per agevolare la soluzione delle stesse, l’Ufficio del Commissario resterà aperto anche nelle giornate di sabato e domenica, presente il Commissario Vincenzo Speranza, per mettere in campo tutte le soluzioni finalizzate a risolvere i problemi. È ovvio che per il ritorno alla normalità servirà qualche giorno, ma per quanto di competenza quest’Ufficio dà assicurazione ai cittadini calabresi che si sta lavorano con il massimo dell’impegno per fare fronte alle esigenze segnalate anche dai Comuni, in linea con il particolare input, a tal riguardo, del Governatore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti».

POSTE FERME PER LA MANCANZA DI CARBURANTE
DIPENDENTI IN CONGEDO: LA POLEMICA
«Anche le Poste in Calabria sono pesantemente coinvolte dalla grave situazione del blocco dei trasporti e del rifornimento di carburanti: in molti centri ed uffici non arrivano corrispondenza e pacchi e l’Azienda ha ‘pensato bene’ di mettere in congedo parte del personale invece di preoccuparsi di riorganizzare una struttura autonoma di supporto agli autoveicoli, mentre gli spot di Poste spa magnificano le ‘mitiche flotte aziendali’». La denuncia arriva dal segretario regionale della Cisl Slp Franco Sergio: «In una fase – prosegue Sergio – in cui le relazioni sindacali sono già congelate da oltre sei mesi sia a Roma che qui in Calabria dove dopo una diffida ufficiale, l’apertura del conflitto di lavoro, la cui procedura di raffreddamento ha dato esito negativo, non ci resta che attuare azioni di lotta, non escludendo il ricorso alla magistratura del lavoro per attività antisindacale, la dirigenza dell’Area Sud sia di Mercato privati che di Servizi postali, pensa di poter attuare progetti di riorganizzazione unilaterale in materie in cui è obbligatorio il confronto con le parti sociali».
«Non è possibile – protesta il sindacato – che certi manager pensino di dirigere da Napoli «virtualmente» la Calabria senza alcuna conoscenza delle realtà e delle implicazioni socio-economiche ed aziendali di questo territorio. Un solo esempio: i tantissimi lavoratori pendolari, che già hanno difficoltà di spostamento per colpa dei tagli selvaggi ai trasporti ferroviari, subiranno ulteriori penalizzazioni a causa delle modifiche di orario scaturite dalle elucubrazioni dirigenziali. Intanto i servizi al pubblico degradano per quantità e qualità, e la Cisl sfida l’Azienda al confronto diretto – non per email o fax – per verificare sul campo (sportelli e recapito della corrispondenza) per quali motivi non vi è ancora regolarità di erogazione e consegna della posta. Dopo un intero mese di lotta dei lavoratori, con la sola rinunzia alle prestazioni straordinarie, si sono accumulate giacenze che ancora non sono smaltite e il management di Area Sud non fa nulla per riportare alla normalità i servizi al pubblico; anzi addossa responsabilità ai dipendenti invece di rimboccarsi le maniche, acquisire le conoscenze della realtà calabrese e dimostrare le proprie capacità organizzativo-gestionali (se davvero ne sono forniti, vista l’entità delle loro buste paga?). E meno male – conclude Franco Sergio – che è stata scongiurata la frammentazione e separazione degli assetti produttivi di Poste spa, come sciaguratamente ipotizzato da ambienti governativi; mentre l’amministratore delegato Sarmi, scrivono i media, ricorre alle preghiere per chiedere il «miracolo» di trasformare Poste in banca del Mezzogiorno».

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