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TITO – «Cosa volete da me? Andatavene via».
L’uomo dalla corporatura possente, poco più che quarantenne, si affaccia un attimo all’uscio della porta, gridando e agitando il lungo e grosso coltello che tiene tra le mani. Se lo punta alla gola mentre grida: «Se non ve ne andate faccio una follia».
L’unica cosa che continua a chiedere è di vedere la compagna, la madre dei suoi figli. La donna che qualche tempo fa, dopo la separazione, lo ha denunciato per stalking. Tanto che per l’uomo era stato disposto il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati da lei. Ma nemmeno questo provvedimento era servito. Aveva provato ancora a contattarla con pressanti telefonate ed sms.
Dopo la nuova denuncia di lei, il gip del Tribunale di Potenza, Luigi Spina, solo qualche giorno, aveva deciso un aggravamento della misura, disponendo i domiciliari.
Quando ieri mattina i carabinieri si sono recati presso la sua abitazione per svolgere i normali controlli e verificare che l’uomo fosse realmente in casa, hanno capito che la situazione poteva sfuggire di mano e hanno chiesto immediatamente rinforzi. Si era barricato all’interno, continuando a ripetere di andare via. La porta si era aperta solo un attimo, il tempo di mostrare la lama affilata dell’arma, puntata contro la propria gola. Sul posto uno spiegamento di forze eccezionale: diverse pattuglie di carabinieri, una squadra dei vigili del fuoco e un’autoambulanza.
Le sirene spiegate dei mezzi di soccorso che hanno attraversato le vie del paese, a metà mattinata, hanno fatto pensare subito a qualcosa di grave.
E nel vicoletto del centro storico dove abita l’uomo sono stati momenti di panico.
L’uomo è rimasto a lungo barricato in casa. Fino a quando non sono intervenuti gli uomini della Digos. Inizialmente, al tentativo di entrare in casa, accolti anche loro da grida.
È trascorso ancora qualche minuto prima che gli uomini della divisione speciale riuscissero a a calmarlo ed entrare finalmente all’interno dell’abitazione dove gli agenti hanno tentato ancora di farlo ragionare. Alla fine l’uomo è stato trasportato al San Carlo, dove gli uomini dell’Arma continuano a piantonarlo.

malaba
m.labanca@luedi.it

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