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COSENZA – Tracce di sapone contenenti un germe: è quanto vi sarebbe stato nella sacca di sangue che, trasfuso, ha provocato la morte di un uomo di 75 anni nell’ ospedale di Cosenza. E’ quanto si è appreso in ambienti sanitari. I germi, secondo quanto si è appreso, si troverebbero proprio nel sapone che è quello usato dai medici per lavarsi le mani. Intanto vanno avanti gli accertamenti disposti dalla Procura di Cosenza a cui, tramite alcuni avvocati, si sono rivolti i familiari dell’uomo, deceduto il 4 luglio scorso. Oggi la Procura ha inviato i carabinieri del Nas a compiere alcuni accertamenti nell’ospedale. La denuncia è stata presentata dai familiari dell’uomo dopo che nella cartella clinica, richiesta per capire come mai il congiunto era morto improvvisamente dopo la trasfusione, hanno trovato una relazione di uno dei primari dell’ospedale in cui si affermava che il decesso era stato provocato da uno “shock settico da serratia marcescens”. La relazione del primario era stata inviata alla direzione sanitaria dell’ospedale ed al responsabile del rischio clinico, ma non sarebbe stata inviata alla Procura della Repubblica come da prassi. E questo è un altro aspetto su cui i legali della famiglia del morto hanno chiesto ai magistrati di fare approfondimenti. Nella stessa relazione, il primario avanzava anche “l’ inquietante sospetto”, che vi fosse “altra sacca di sangue contaminato da germi patogeni”. E anche su questo la Procura è chiamata a cercare dei chiarimenti. 

IL SEQUESTRO. I carabinieri del Nas, su disposizione della Procura della Repubblica di Cosenza, hanno sequestrato un laboratorio nell’ospedale di San Giovanni in Fiore nell’ambito dell’inchiesta sulla morte dell’uomo di 75 anni. Il laboratorio, secondo quanto si è appreso, è quello da cui è uscita la sacca di sangue usata per la trasfusione all’uomo poi deceduto e che avrebbe contenuto anche del sapone.
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