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Cerreto d’Esi – Ha ammazzato il marito per il pranzo al sacco del giorno dopo che lui voleva subito. Lei esasperata gli si avventa contro e l’accoltella al cuore. L’ennesima lite prima del colpo fatale. Uno solo, ma violentissimo. La lama conficcata e l’uomo che stramazza sul pavimento dopo un urlo soffocato. A terra solo qualche macchia di sangue per quella pugnalata con il coltello per tagliare il pane, poi riposto nello scolaposate senza essere stato ripulito. E’ stata Angela Elefante, 47 anni, in cerca di un’occupazione stabile, ad uccidere il marito, il muratore Mario Rocco Lospinuso, 48 anni, dipendente della Cipriani costruzioni. Nessun malore o incidente domestico, ipotesi subito scartate dopo accertamenti più approfonditi e la ricognizione del medico legale.

In carcere per omicidio. Le prime ammissioni all’una di notte, poi il lungo interrogatorio della donna, cameriera in un ristorante come lavoro altuario, assistita dall’avvocato Maurizio Diociaiuti, nella stazione cerretese dei carabinieri. Alle 6:00 di ieri mattina è scattato il provvedimento restrittivo. La donna è accusata di omicidio volontario con l’aggravante dei legami familiari e dell’utilizzo dell’arma da taglio. E’ stata la donna, una volta tornata in sè dopo lo choc, ad indicare agli investigatori prima dell’interrogatorio dove aveva lasciato il coltello usato per uccidere.

L’arma nello scolaposate. Non voleva nasconderlo e nemmeno celare chissà quale sospetto. Figuriamoci se aveva mai pensato di cancellare le tracce. La lama lunga 24 centimetri era ancora macchiata di sangue quando è stata sequestrata dai carabinieri di Fabriano e Cerreto, diretti dal capitano Benedetto Iurlaro, e dai militari del comando provinciale. I sigilli sono scattati all’appartamento, al quarto piano di una palazzina di via Dante, al civico 41. Sul balcone di casa ancora sventola la bandiera tricolore. Il trambusto è proseguito fino a notte fonda dopo le sirene di carabinieri e ambulanza. Ieri nel piazzale sembrava essere tornati alla normalità. Una normalità solo apparente. I vicini ricordano le liti frequenti e le urla provenire all’appartamento.

L’allarme del figlio. “Stavamo litigando, gli ho tirato un coltello, ma non lo volevo uccidere”. E’ la versione della donna raccolta a notte fonda dopo aver ucciso il marito, di origini lucana e da 18 anni residente a Cerreto. La coppia, originaria di Senise, in provincia Potenza, ha due figli, una giovane di 28 anni, che vive a Fabriano, e un ragazzo di 22, operaio. Pare che marito e moglie abbiano avuto una colluttazione. Non erano in condizioni psicofisico alterate dopo aver bevuto un bicchiere di vino e prima della cena raggiunto un bar per l’aperitivo.
Lei ha afferrato un coltello seghettato dalla tavola, dopo aver mangiato, e, così sostiene, lo ha tirato verso il compagno. Il figlio, che si trovava in un’altra stanza per guardare la tv, non si è preoccupato troppo delle urla,
frequenti in quella casa. Ma quando ha sentito un grido soffocato e un tonfo
sordo, quello del padre che stramazza sul pavimento, è accorso. Davanti una scena orribile: il genitore in terra, la madre che ripete “Non so cosa è stato”. Il ragazzo chiama i carabinieri dicendo “Aiuto, venite, è successo qualcosa a mio padre”. Ma per Lospinuso non c’era più nulla da fare. Un colpo violentissimo, che secondo gli investigatori appare difficilmente compatibile con un lancio da una distanza così ravvicinata come sostiene la donna. Il Pm Mariangela Farneti sta facendo luce su uno scenario di “forte conflittualità familiare” e che per capire se un esito così drammatico fosse o meno prevedibile. Sembra che Angela Elefante, ora reclusa nel carcere di Villa Fastiggi a Pesaro, avesse già manifestato forme di disagio psichico, ma non seguisse cure specialistiche. Ora saranno le perizie a fugare ogni dubbio e si attendono pure i risultati dell’autopsia. Ciò che resta è una tragedia che ha spezzato una famiglia per colpa di un banale litigio e di una lama affondata senza un perchè nell’emitorace del muratore, proprio sotto al cuore. Un colpo letale che reso gli organi vitali. La donna continua a ripetere che non voleva uccidere, di aver lanciato il coltello, il primo oggetto capitato tra le mani, al culmine di una lite scoppiata per preparare un pranzo al sacco, forse un panino. Un racconto che però non convince gli investigatori.

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