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LA chiamano “annuncite”. La tendenza tutta italiana delle amministrazioni ad annunciare cambiamenti, modifiche, che poi puntualmente non si verificano nei fatti.
Così è sembrata un “annuncite”, ieri, anche la partenza del servizio di trasporto urbano a pagamento per la città di Potenza. Laddove nelle scale mobili ci sono le macchine per obliterare i biglietti ai vari ingressi, non funzionano. Se mancano, insieme ai tornelli per il passaggio all’uscita, ci sono gli addetti del personale che chiedono agli utenti il biglietto: per chi non lo possiede, lasciano correre, informando dell’obbligo del pagamento a partire da oggi (ieri per chi legge nd.r.).
In caso contrario, non lo ritirano spiegando che la giornata è solo informativa ma che da domani ( oggi per chi legge n.d.r.) non si transige. E’ successo, per esempio, in via Armellini. I dipendenti addetti non sono i famosi controllori che si sarebbero dovuti incontrare su bus e impianti meccanizzati, secondo quanto preannunciato dal Comune di Potenza. Sono i lavoratori già impiegati nella scale mobili.
Le loro dichiarazioni presuppongono che da oggi, quindi, le obliteratrici entreranno regolarmente in funzione e saranno installate insieme ai tornelli laddove mancano. Intanto, almeno nella giornata di ieri, nessuno ha usato il biglietto nelle scale mobili. Molti i cittadini che sono arrivati muniti di ticket ma che, al momento dell’obliterazione, sono rimasti del tutto interdetti quando hanno visto che il macchinario non funzionava.
Qualcuno del vecchio retaggio, nell’indecisione, ha addirittura baypassato il problema usando uno spazio libero laterale delimitato dalle transenne all’ingresso di XVIII Agosto.
Alcuni hanno ancora dei biglietti vecchi da consumare. Da quanto confermato dai punti vendita, infatti, è possibile utilizzarli, almeno per quanto riguarda le corse semplici nelle scale mobili, essendo rimasto il costo invariato (25 centesimi). Per gli autobus ancora incertezze.
Di fatto, però, sulle gomme nessun passeggero ieri ha provato a fare il “portoghese”. Tutti muniti di ticket o di abbonamento.
Pare che il numero degli abbonamenti venduti in questi giorni sia aumentato notevolmente rispetto al passato e che siano finiti in fretta. E’ quanto racconta Anna, abituè del numero 13, che da anni usufruisce dell’abbonamento. «In un giorno ne avevano venduti 300 e non l’ho trovato – dice – sono dovuta tornare». L’abbonamento è aumentato di 5 euro rispetto a prima ma ad Anna non dispiace: «Se servono a migliorare il servizio – afferma – ben venga». Anche Anna testimonia l’utilizzo del ticket da parte di tutti i passeggeri, ieri: «Una cosa mai vista», racconta.
All’ “annuncite” il merito di spingere i cittadini a mettersi in regola, sebbene dei controllori nemmeno l’ombra né sui bus né nelle scale mobili. Dovranno fare la propria comparsa, prima poi, per non incorrere nel rischio che i cittadini tornino alle vecchie abitudini. E dovranno farlo il prima possibile. Va bene la fase di rodaggio, ma questa non può durare in eterno prolungando di volta in volta i tempi di attesa per l’entrata a regime del sistema. Che fine abbiano fatto è l’interrogativo che si pongono non solo i cittadini ma anche i dipendenti Cotrab che avevano denunciato una serie di anomalie nel loro reclutamento nonostante un avviso da parte dell’azienda per assolvere alla mansione al personale già esistente a giugno scorso, di cui si è persa traccia.
Gli stessi, infine, avevano segnalato una serie di problemi nel sistema così concepito di cui ieri si è avuta conferma. I tempi di attesa restano lunghi. Ci sono ancora linee in cui i pullman passano dopo più di un’ora. Basti vedere le linee 2 e 3: dal capolinea, per esempio, uno dei due pullman parte alle 18,45 e poi alle 20,05. E ancora, fermate dell’autobus poco segnalate e occupate dalle automobili. Caso eclatante è la fermata di fronte alle scale mobili di viale Marconi, tra l’altro punto strategico per l’intermodalità. Pochi i biglietti integrati (scale mobili e pullman, da 1 euro e durata 90 minuti) venduti ieri.
Chi l’ha provato, si è sentito poi preso in giro per l’accesso libero alle scale mobili. Anche i tempi di attesa, inoltre, per chi usa l’intermodalità sembrano poco idonei. Insomma, il tiro va decisamente aggiustato.

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