X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

 

«E’ COME il terzo segreto di Fatima. Giudicheremo dai testi». Il segretario della Cgil Alessandro Genovesi, uscendo un po’ dai toni entusiastici che hanno salutato lo sblocco della trattativa tra Stato e Regione sul  petrolio, pone l’accento su alcune questioni rilevanti che toccano direttamente tutti i Lucani. In una nota non lesina critiche, ma chiede soprattutto chiarezza.

«Prima o poi – esordisce – le carte dovranno essere scoperte. Da un lato un comunicato della Regione informa che il Governo sarebbe intenzionato a riconoscere le annualità 2011 e 2012 della carta carburante rimodulandola in base al reddito ma – soprattutto – che sarebbe disposto da subito, utilizzando anche decreti in conversione, a modificare la legge destinando le risorse 2013 e quelle future alle politiche sociali. Fatto che rappresenterebbe sicuramente una novità positiva permettendo di utilizzare queste risorse per un reddito minimo di inserimento rivolto alle 30 mila famiglie lucane in povertà, offrendo loro lavoro e dignità». Per la cronaca soltanto qualche giorno fa, proprio Genovesi aveva presentato la proposta della Cgil di reddito minimo d’inserimento facendo riferimento ai fondi destinati alla carta carburante. Il sindacato ha calcolato che con l’80 per cento dei fondi destinati al bonus, insieme alle risorse regionali per le politiche sociali e i fondi per le politiche passive, si potrebbero raggiungere quei 100 milioni che servirebbero per il reddito minimo. Tornando alle questioni relative al tavolo romano, per il segretario della Cgil, qualora la platea della “card” venisse ampliata, ci sarebbe il rischio che la Basilicata si trasformi «in una specie di “suq arabo”, con i poveri costretti al baratto tra buoni benzina e pane. Peccato che per attivare programmi di lavoro utile, politiche di inclusione sociale bisogna dare a Regione, Comuni, Aziende sanitarie risorse e non galloni di benzina». Insomma, riprende Genovesi: «quel che servono sono atti formali: il riconoscimento, da parte di Palazzo Chigi e del Mef, dell’esclusione delle roylaties dai piani annuali e triennali di contabilità nazionale per il Patto. Servono cioè leggi e decreti, non pacche sulle spalle». In merito poi all’articolo 16 «sembrerebbe di essere alla conferma di quanto già emerso nei confronti tecnici passati, in materia di superamento del tetto, di inclusione delle estrazioni già autorizzate (Eni e Total) nel computo del ristoro economico, di riconoscimento dei benefici per 20 (e non più 10) periodi di imposta. Su questo punto c’eravamo già arrivati, anche grazie ad un positivo lavoro di squadra tra forze sociali e Regione nei confronti del Mise, ma rimaneva e rimane da capire se il tutto è dentro il riconoscimento che, oltre quanto già autorizzato, la Basilicata non andrà o se permarrà il rischio di “scambio” su nuove trivellazioni in terra e in mare. Il punto su cui ci fermammo durante il confronto fu proprio questo: perché abbiamo sempre discusso di riconoscimento alla Basilicata, non di ulteriori scambi sulla salute delle persone. Su questo aspetto fondamentale non è ancora chiara la posizione del Governo e non è un dettaglio da poco».

Conclude. «Il punto – conclude Genovesi – che non va sottovalutato è che anche l’eventuale modifica dell’articolo 16 (al netto di pretendere una sorta di “blocco” a nuove trivellazioni), o ulteriori interventi (zone franche fiscali, ecc.) non produrranno effetti concreti prima del 2017-2018, a differenza della modifica della carta carburante cui risorse sono già accantonate e sarebbero immediatamente utilizzabili per programmi di inserimento e reinserimento al lavoro dei più poveri».

Insomma Genovesi vuole vederci chiaro, o meglio vuole vedere «se ci saranno i testi, cosa ci sarà scritto e se entreranno o meno già nell’agenda legislativa del Governo e del Parlamento nelle prossime settimane. Su questo – conclude – come sindacato diremo la nostra e trarremo tutte le conseguenze. Perchè il tempo è scaduto, perché quello di cui hanno bisogno i lucani sono lavoro, reddito minimo di inserimento, politiche industriali all’altezza della crisi. Subito ed ora. Senza tentennamenti, senza pasticci, senza essere trattati come una popolazione di serie B”».

g. r.

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE