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RENDE (COSENZA) – Doveva essere un giorno di festa e invece tutto è diventato un incubo. Siamo a Rende, primo giorno di scuola, all’istituto per l’infanzia “Macchina di Bosco”. Il clima di gioia si è trasformato in urla, isteria, imprecazioni. Centotrenta bambini e bambine in tre sole aule. Uno spazio talmente piccolo che neppure la metà dei bimbi forse avrebbe potuto prendere posto e dare inizio al percorso formativo e scolastico di una vita.

La dirigente del plesso, la dottoressa Mosciaro, non ha ovviamente potuto impedire alcuna iscrizione. L’accusa a lei rivolta, da parte degli inviperiti genitori, è stata però quella della «poca e forse pessima organizzazione». Come dire: se si prevedono così tanti iscritti, facile organizzarsi a dovere per assicurare loro perlomeno un posto a sedere. Toni agitati ed esasperazione per genitori e docenti, per la dirigente e per i bimbi.

Una scuola dell’infanzia, a dire il vero, che anche in passato non ha sempre avuto un cammino agevole. Molti genitori hanno ricordato, in quei minuti così concitati, addirittura le collette fatte in tanti anni ormai per l’acquisto di materiale igienico, didattico e altre piccole quotidiane esigenze non presenti, per il budget chissà, in quelle aule. «Oggi ci ritroviamo con i nostri figli ammassati letteralmente qui», ha spiegato un papà adirato per la situazione. Possono trovare posto 130 bimbi in 3 aule? Per di più, pare che solo 30 posti, in quella scuola, siano predisposti per la mensa. Una sala refettorio che paradossalmente dovrebbe vedere alternarsi tutti gli scolaretti per mangiare a turno. E le poche attrezzature – dicono – sono «fatiscenti e vetuste, oltre che insufficienti». La “buona scuola” di Renzi? E chi l’ha vista?

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