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CRESCONO i comuni calabresi in cui le prefetture ravvisano rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata. Nella sola giornata di ieri, infatti, tre enti, uno in provincia di Reggio Calabria e due in provincia di Vibo Valentia, hanno ricevuto la visita di una commissione di accesso agli atti che si è insediata nei rispettivi municipi e che nel corso dei prossimi tre mesi, così come prescritto dalla normativa vigente, dovrà acclarare se l’attività amministrativa risulta essere stata viziata da un condizionamento da parte della ‘ndrangheta e, conseguentemente, relazionare al prefetto in vista o dell’archiviazione del caso o della richiesta di scioglimento e sia ben chiaro che la stragrande maggioranza degli esiti è in questo secondo senso. Tornando alla cronaca il prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, su delega e autorizzazione del Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, ha disposto l’insediamento della commissione di accesso antimafia nel Comune di Taurianova. Conseguentemente stamattina il gruppo di indagine, presieduto dal viceprefetto Francesca Crea, si è insediato per effettuare una ricognizione sull’attività del Comune ed accertare eventuali infiltrazioni da parte della ‘ndrangheta. Il sindaco, Domenico Romeo, nei mesi scorsi aveva subito alcune intimidazioni anche particolarmente gravi. Il consiglio comunale di Taurianova vanta un triste record è stato, infatti, sciolto per infiltrazioni mafiose nel ’91 quando fu il primo caso di applicazione della normativa che prevedeva la sospensione degli amministratori sospettati di collusioni mafiose, e poi ancora una volta nel 2009, quando sindaco era lo steso Romeo. A questo punto rischia un terzo commissariamento a seguito delle risultanze dei lavori della commissione di accesso nominata da Piscitelli. La legge che prevede il commissariamento per i comuni a rischio di infiltrazione mafiosa, come detto, risale al 1991 e fu proprio il caso di Taurianova, centro della piana di Gioia Tauro insanguinato da una faida decennale, a determinarne il varo. Il sindaco Romeo fu eletto nel maggio 2011 con il sostegno dell’Udc e di liste di centro-destra. 

Le altre due commissioni di accesso sono state, invece, disposte dal prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, il quale ha proceduto all’invio dei due gruppi di indagine nei comuni di Gerocarne e San Calogero. Gerocarne è attualmente governato da un commissario prefettizio, Anna Maria Colosimo, dopo che il sindaco Sebastiano Rocco Catania si era dimesso lo scorso 13 marzo a seguito di problemi di natura medica. A guidare la commissione sarà il viceprefetto Emanuele Greco coadiuvato dal vice questore aggiunto Angelo Daraio e dal commissario Domenico Avallone. In caso dovesse essere disposto un commissariamento dell’ente per infiltrazioni mafiose potrebbero saltare le elezioni previste per la prossima primavera.

Il comune di San Calogero, attualmente guidato dal sindaco Nicola Brosio, questa mattina ha accolto i commissari che per i prossimi tre mesi studieranno gli atti dell’ente per verificare l’eventuale presenza di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Si tratta del vice prefetto Maria Rosa Luzza, in rappresentanza dell’Ufficio territoriale di governo, il maggiore Vittorio Carrara, comandante del reparto operativo provinciale dell’Arma dei carabinieri e il capitano Luca Bonatesta, che guida la compagnia della Guardia di finanza. 

Per i tre comuni si apre un periodo di tre mesi durante il quale la commissione d’accesso agli atti analizzerà non solo gli atti pubblici prodotti dagli organi esecutivo (giunta) e legislativo (consiglio) del comune ma anche la possibile ingeranza che la criminalità organizzata potrebbe aver esercitato in relazione allo stesso indirizzo politico amministrativo perseguito in questi anni. Il mandato della commissione potrà essere prorogato una sola volta di altri tre mesi al termine dei quali i rispettivi comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica delle due province presieduti dai prefetti decideranno se procedere allo scioglimento o meno delle assemblee cittadine. In caso di scioglimento il periodo di commissariamento sotto la guida di tre commissari di nomina governativa potrà protrarsi da un minimo di 18 ad un massimo di 24 mesi al termine dei quali il principio democratico sarà ripristinato con l’elezione dei nuovi consigli comunali.

 

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