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REGGIO CALABRIA – «Quella di oggi è un’inchiesta importante perchè abbiamo scoperto coloro che organizzavano le truffe e per la collaborazione di uno degli indagati. E’ importante anche la collaborazione ed il lavoro sinergico svolto tra diverse forze di pg dei carabinieri». Ad evidenziarlo è il procuratore della Repubblica di Palmi Giuseppe Creazzo che, insieme ai pm Antonio D’Amato e Giulia Pantano, ha coordinato le indagini che hanno portato i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, del Gruppo Tutela del Lavoro di Napoli, del Nucleo Antifrodi di Salerno e della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Palmi ad eseguire sette ordinanze di custodia cautelare in carcere e una ai domiciliari, la rappresentante del patronato Cgil di Cittanova, nei confronti di persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di truffe. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Palmi Paolo Ramondino. Complessivamente, secondo quanto trapelato al momento, la banda si era impossessata della somma di 2,5 milioni di euro. Oltre agli 8 arrestati sono coivolte altre 35 persone indagate in stato di libertà. 

IL MECCANISMO DELLA TRUFFA – Dalle indagini sono emerse aziende agricole inesistenti, prive di terreni agricoli, che però riuscivano ad assumere, solo sulla carta, numerosi braccianti agricoli. La serie di truffe è stata messa a segno in più occasioni raccogliendo oltre 2,5 milioni di euro ai danni dell’Inps e dell’Agea. Le indagini hanno permesso di accertare che l’organizzazione era dotata di una struttura stabile composta da una pluralità di soggetti, ognuno con un proprio ruolo. I braccianti beneficiati dall’assunzione virtuale ‘compravano’ le giornate di lavoro e i relativi benefici previdenziali, assistenziali e pensionistici, versando una «tangente» in denaro sia a coloro i quali avevano favorito l’assunzione, sia al datore di lavoro, corrispondente all’importo che avrebbero dovuto percepire come indennità di disoccupazione agricola l’anno successivo alla fittizia assunzione. Il guadagno illecito per i finti braccianti consisteva nell’acquisizione dei diritti pensionistici.
Le indagini si sono avvalse anche della collaborazione di uno degli indagati che ha deciso di parlare con gli inquirenti. Due indagati, D.S. e L.L., coadiuvati dalle collaboratrici Francesca Anselmo e Vanessa Morano, avevano il compito di effettuare la «denuncia» agli uffici Inps di Reggio Calabria dell’instaurazione di fittizi rapporti di lavoro. La rappresentante del patronato Cgil di Cittanova, Rosangela Galluccio (posta ai domiciliari), secondo gli inquirenti, reclutava e segnalava i lavoratori a fronte della promessa di pagamento di duemila euro a persona, da parte dei braccianti agricoli fittiziamente assunti. Un ruolo determinante era ricoperto dai titolari effettivi o di fatto delle aziende agricole, ossia Arturo Corso, Giuseppe Sibio, Angelo Valenzisi, Salvatore Pepè e Vincenzo Frisina, che provvedevano al reclutamento e alla segnalazione delle persone disposte a figurare fittiziamente come avventizi assunti nel settore del bracciantato agricolo. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati documenti e computer. Gli arresti di oggi si inseriscono in un’attività più ampia che la Procura di Palmi sta conducendo sui braccianti fittizi che ha portato alla luce anche casi di voto di scambio o corruzione elettorale, che, in altre indagini, hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio di esponenti politici, quali l’ex sindaco di Molochio.
LA PRECISAZIONE – «In riferimento alla notizia apparsa su diversi giornali in data odierna, si vuole precisare che la signora Rosangela Galluccio è persona completamente sconosciuta alla Cgil e al patronato Inca, si sottolinea, pertanto, che non ha collaborazioni di nessun titolo con la stessa organizzazione sindacale». È quanto si legge in una nota della segreteria confederale Cgil Piana di Gioia Tauro e del Patronato Inca-Cgil Piana di Gioia Tauro. «Si coglie, invece, l’occasione – prosegue la nota – per fare un plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura, per il lavoro svolto e per l’aver evidenziato e portato alla luce fatti su argomenti che noi quotidianamente combattiamo».
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