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di MARIATERESA LABANCA
PRIORITA’: sciogliere il nodo De Filippo. Il Pd lucano è compatto su questa linea. Tutti d’accordo sul fatto che solo dopo sarà possibile recuperare la tranquillità per un confronto più sereno sulle sorti del partito lucano.  A partire da Vincenzo Folino che a Roma insieme allo stesso presidente dimissionario, Margiotta e Speranza nell’incontro con Epifani dello scorso martedì ha caldeggiato la causa, dopo che il segretario nazionale ha ribadito la necessità che  il capogruppo del Pd alla Camera resti al suo posto. Ora è tutta una questione di tempi. Che, però, è chiaro, non potranno essere ancora troppo lunghi, se è vero che il dibattito sulle questioni regionali, e quindi sulle strategie in vista del voto anticipato di novembre, sarà ufficialmente aperto solo dopo aver individuato una soluzione per un ingresso nel Governo Letta del governatore lucano.  Come sottosegretario ma forse anche viceministro. La porta per il presidente potrebbe aprirsi sugli spazi rimasti liberi dopo la redistribuzione delle deleghe dello Sport e delle Pari opportunità dopo le dimissioni del ministro Josefa Idem, coinvolta nelle polemiche dell’Imu non pagata. Il premier ha scelto di non nominare un successore ma assegnare le deleghe all’interno dello stesso Consiglio dei ministri. E nell’ambito di questa riorganizzazione potrebbe liberarsi anche una poltrona per il presidente dimissionario. E’ una questione di tempi, dicevamo. La soluzione potrebbe arrivare a breve. I vertici del partito lucano sperano che il nodo venga sciolto al più presto in modo da affrontare di conseguenza la questione lucana e poter fissare la direzione regionale (l’ultima risale a marzo scorso) per fine luglio. Tutto il partito, anche a Roma,  sta lavorando in questa direzione. Anche se la partita non è affatto chiusa, visto che, se da una parte si può far leva sugli ottimi rapporti del governatore con il premier Letta, dall’altra bisognerà fare i conti anche con il Pdl che avrebbe espresso un veto sull’incarico di De Filippo. 
La soluzione del rebus rappresenterebbe un rafforzamento del partito in vista delle regionali, al momento fortemente indebolito dalle  divisioni interne. Il  presidente del gruppo Speranza, che al momento sembra non avere alcuna intenzione di tornare in Basilicata, tenendo di fatto occupato il posto che altrimenti potrebbe liberarsi in Parlamento per il presidente in qualità dei primo dei non eletti, ha tutto l’interesse a che la questione venga risolta con una nomina di governo. E starebbe giocando le sue carte in modo da tessere le giuste trame all’interno del Governo delle larghe intese.   Dopo, e solo dopo, si parlerà di Basilicata con gli effetti delle decisioni romane sugli equilibri locali. Forse, una nuova pace dopo mesi di burrasca. La base per riprendere un dialogo interrotto ormai da tempo.

PRIORITA’: sciogliere il nodo De Filippo. Il Pd lucano è compatto su questa linea. Tutti d’accordo sul fatto che solo dopo sarà possibile recuperare la tranquillità per un confronto più sereno sulle sorti del partito lucano.  A partire da Vincenzo Folino che a Roma insieme allo stesso presidente dimissionario, Margiotta e Speranza nell’incontro con Epifani dello scorso martedì ha caldeggiato la causa, dopo che il segretario nazionale ha ribadito la necessità che  il capogruppo del Pd alla Camera resti al suo posto. Ora è tutta una questione di tempi. 

Che, però, è chiaro, non potranno essere ancora troppo lunghi, se è vero che il dibattito sulle questioni regionali, e quindi sulle strategie in vista del voto anticipato di novembre, sarà ufficialmente aperto solo dopo aver individuato una soluzione per un ingresso nel Governo Letta del governatore lucano.  Come sottosegretario ma forse anche viceministro. La porta per il presidente potrebbe aprirsi sugli spazi rimasti liberi dopo la redistribuzione delle deleghe dello Sport e delle Pari opportunità dopo le dimissioni del ministro Josefa Idem, coinvolta nelle polemiche dell’Imu non pagata. Il premier ha scelto di non nominare un successore ma assegnare le deleghe all’interno dello stesso Consiglio dei ministri. E nell’ambito di questa riorganizzazione potrebbe liberarsi anche una poltrona per il presidente dimissionario. E’ una questione di tempi, dicevamo. La soluzione potrebbe arrivare a breve. I vertici del partito lucano sperano che il nodo venga sciolto al più presto in modo da affrontare di conseguenza la questione lucana e poter fissare la direzione regionale (l’ultima risale a marzo scorso) per fine luglio. Tutto il partito, anche a Roma,  sta lavorando in questa direzione. Anche se la partita non è affatto chiusa, visto che, se da una parte si può far leva sugli ottimi rapporti del governatore con il premier Letta, dall’altra bisognerà fare i conti anche con il Pdl che avrebbe espresso un veto sull’incarico di De Filippo.

 

La soluzione del rebus rappresenterebbe un rafforzamento del partito in vista delle regionali, al momento fortemente indebolito dalle  divisioni interne. Il  presidente del gruppo Speranza, che al momento sembra non avere alcuna intenzione di tornare in Basilicata, tenendo di fatto occupato il posto che altrimenti potrebbe liberarsi in Parlamento per il presidente in qualità dei primo dei non eletti, ha tutto l’interesse a che la questione venga risolta con una nomina di governo. E starebbe giocando le sue carte in modo da tessere le giuste trame all’interno del Governo delle larghe intese.   Dopo, e solo dopo, si parlerà di Basilicata con gli effetti delle decisioni romane sugli equilibri locali. Forse, una nuova pace dopo mesi di burrasca. La base per riprendere un dialogo interrotto ormai da tempo.

m.labanca@luedi.it

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