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CROTONE – Due anni e sei mesi di reclusione. E’ la condanna inflitta dal gup del Tribunale di Crotone Michele Ciociola nei confronti di Salvatore Brescia, il ventiduenne di Rocca di Neto che nel luglio 2013, con un’auto Peugeot “307” prestatagli dal padre, investì e uccise l’agente della polizia stradale Massimo Impieri, di 34 anni, mentre era impegnato nei rilievi di un incidente sulla statale 107, all’altezza della località Cipolla. In una precedente udienza il pm Luisiana Di Vittorio aveva chiesto una condanna a tre anni e sei mesi. L’imputato, difeso dall’avvocato Mario Siniscalco, era accusato di omicidio colposo, guida in stato d’ebbrezza e omissione di soccorso.

Gli avvocati di parte civile Giovanni Pascale e Francesco Picca, che rappresentano i familiari della vittima, avevano sollecitato una pena più alta di quella chiesta dal pm e hanno espresso «profondissima delusione» per la sentenza.

Secondo la ricostruzione del fatto, la pattuglia con Impieri caposquadra aveva avviato il posizionamento della segnaletica e i rilievi del caso, e sul posto si era formata un piccola coda di autovetture in fila. All’improvviso era giunta la Peugeot guidata da Brescia che, dopo avere sorpassato le auto ferme, era piombata sul poliziotto trentaquattrenne originario di Sapri, uccidendo sul colpo il . Brescia era fuggito ed era stato rintracciato dopo poco. Sottoposto a test alcolimetrico ha evidenziato un valore di 1,39 g/l, superiore ai limiti di legge.  L’incidente provocò una serie di reazioni, dal capo della Polizia ai sindacati delle forze dell’ordine, con la richiesta di inserire il reato di omicidio stradale. Polemiche che si alimentarono dopo la decisione del giudice di dare subito al giovane gli arresti domiciliari. 

 

 

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