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VIBO VALENTIA – Il pubblico ministero Vittorio Gallucci ha chiesto la condanna a 19 anni di reclusione di Antonio Carrà, 39 anni, unico imputato al processo in abbreviato davanti al gup Lucia Monaco, per l’omicidio di Roberto La Rosa, 37 anni, avvenuto a Nicotera la mattina del 28 settembre 2013 al culmine di una lite (LEGGI). Il pm ha riconosciuto anche l’aggravante dei futili motivi evidenziando la condotta che l’ha portato ad aggredire la vittima e, infine, a spararle un colpo di pistola alla nuca. Vittima che, poi, sarebbe morta il giorno successivo al Policlinico universitario di Germaneto dopo un trasferimento in elicottero. 

LA FINE DELLA LATITANZA DELL’OMICIDA

Il pubblico ministero era partito da una pena di 24 anni, aumentata fino a 28 e sei mesi per via delle aggravanti e scesa di un terzo, quindi a 19, in virtù del rito scelto. Sulla stessa linea d’onda il patrono di parte civile, l’avvocato di Silvia Giancola del Foro di Torino. 

L’aggressione nell’abitazione dell’ex coniuge dell’imputato che aveva una relazione con la vittima e che la procura inquadra come movente. A cercare di smontare il castello accusatorio puntellato dalla pubblica accusa, è stato l’avvocato Francesco Sabatino che ha puntato il suo intervento di circa un’ora sulla circostanza che gli spari siano avvenuti in modo del tutto casuale sostenendo l’assenza della volontà omicidiaria del suo assistito. 

Un percorso, dunque, che ha portato il legale di fiducia di Carrà, a chiedere una derubricazione del reato: da volontario a preterintenzionale, invocando, inoltre, l’assenza di aggravanti e al concessione delle attenuanti generiche.  Il gup Monaco, dopo aver sentito le parti, si è riservato la decisione che scioglierà nella giornata di domani a mezzogiorno.

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