X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Prima il ministro della Difesa, Guido Crosetto, poi il vicepremier Matteo Salvini bocciano la tesi di Stoltenberg che potrebbe acuire la guerra in Ucraina


ROMA – «Non esiste un segretario Nato o una nazione che decide la linea per tutte le altre». Questo vale per Stoltenberg «ma vale anche per Macron, quando ha detto ‘manderemo i nostri soldati in Ucraina’. La Nato si muove, e si muoverà nell’incontro che avremo a Washington a luglio, portando dei progetti, dei piani, delle idee. Le singole spinte valgono poco». Così, in un’intervista a La Stampa, il ministro della Difesa Guido Crosetto.

«Ritengo che in questo momento sia sbagliato aumentare una tensione già drammatica. Occorre sì aiutare l’Ucraina a difendersi, perché se non la aiuti scoppia davvero la terza guerra mondiale. Se Putin conquista l’Ucraina – spiega – si apre necessariamente, quasi automaticamente, la terza guerra mondiale. L’aiuto all’Ucraina serve a non fare scoppiare la guerra. Ma questo aiuto deve essere fatto in modo da lasciare aperta la possibilità della costruzione di una tregua immediata e la partenza di un tavolo di pace».

Sull’incontro tra il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz e se tema un accordo sulle posizioni di Stoltenberg, Crosetto è chiaro: «Non è possibile. La Germania ha una costituzione uguale a quella italiana. Noi non possiamo attaccare. Possiamo solo difenderci». Quanto alla possibilità di aumentare le spese per la difesa per raggiungere il 2% del Pil «non è una decisione mia. L’unica persona che ha detto che con le regole europee non ce la facciamo sono io. O togliamo le spese dal Patto di stabilità, o noi al 2 per cento non ci arriveremo mai. Se l’Europa accetterà questa strada, sarà più facile. Altrimenti, avremo grandi difficoltà”, chiosa il ministro.

UCRAINA, DOPO CROSETTO ANCHE SALVINI BOCCIA STOLTENBERG

Ancora più deciso il vicepremier Matteo Salvini per il quale «Stoltenberg o ritratta o chiede scusa o si dimette». Perché parlare di guerra, parlare di usare le bombe o i missili o le armi italiane che abbiamo mandato all’Ucraina per difendersi sul suo territorio e invece per combattere, colpire e uccidere fuori dal suo territorio, non è in nome mio, non in nome della Lega, non in nome del popolo italiano».

Salvini, a margine di un appuntamento elettorale a Napoli, in merito alle dichiarazioni del segretario generale della Nato sulla possibilità di autorizzare l’Ucraina a usare sul territorio russo le armi fornite dall’Alleanza non ha dubbi. «Noi dobbiamo difendere l’Ucraina aggredita e lo stiamo facendo sin dal primo minuto, ma non siamo in guerra contro nessuno. Io non voglio lasciare ai miei figli la terza guerra mondiale alle porte», ha spiegato. «Quindi la Nato non può imporci di uccidere in Russia né nessuno può imporci di mandare dei soldati italiani a combattere o a morire in Ucraina. Un conto è difendere, un conto è uccidere. Quindi – ha concluso – assolutamente mai nella vita e quindi questo signore o chiede scusa o rettifica o si dimette, altre vie non ci sono».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE