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IL ministero dello Sviluppo economico (Mise) ha ammesso la “Casa della Divina Provvidenza” all’amministrazione straordinaria accogliendo di fatto la richiesta avanzata dalla “Congregazione” proprietaria del “Don Uva” di Potenza, Bisceglie e  Foggia.

Amministrazione straordinaria che ha come finalità quella di risanare i conti della “Divina Provvidenza” che grazie all’amministrazione straordinaria ha di fatto evitato il fallimento.  Il compito di valutare la possibilità di evitare la dispersione del patrimonio aziendale e la perdita di migliaia di posti di lavoro è stato affidato all’avvocato Bartolo Cozzoli che ora ha di fronte, in base alla legge, due vie: o un programma di cessione dei complessi aziendali o un programma di ristrutturazione. 

Le procedure di amministrazione straordinaria   in Italia sono un numero limitatissimo e il caso Parmalat è quello più noto.

Dopo il via libera del ministero dello Sviluppo economico ora la parola  passa al Tribunale di Trani che nei prossimi giorni dovrà pronunciarsi sulla richiesta di dichiarazione dello stato di insolvenza. L’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria è stata sancita dal ministero dello Sviluppo economico in base  alla cosiddetta “legge Marzano”.

Bartolo Cozzoli, avvocato biscegliese con studio a Milano è attualmente consigliere giuridico al Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri .

Il 12 dicembre del 2007 (esattamente sei anni fa),  Bartolo Cozzoli, all’epoca consigliere comunale di Bisceglie,  prese carta e penna per lanciare un appello al deputato Pd  Francesco Boccia -all’epoca   capo del Dipartimento per lo Sviluppo delle economie territoriali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – chiedendogli di “Salvare   la Divina Provvidenza strozzata dai debiti”. Ora toccherà a lui farlo.

Da quel dicembre del 2007 sono passati quasi sette anni. Anni in cui ai debiti si sono aggiunti debiti fino ad arrivare a un passo dal fallimento.

Ipotesi, quella del fallimento, presa in considerazione dal Tribunale di Trani.  Poi si arriva all’azzeramento dei vertici della “Divina Provvidenza” e si dà via libera al Commissariamento dell’Ente con un compito ben preciso: salvare lente ecclesiastico strozzata dai debiti.

Il cerchio si è chiuso nel momento in cui il ministero dello Sviluppo economico ha scelto il nome del Commissario: Bartolo Cozzoli.

Sarà lui ad occuparsi dell’ultimo disperato tentativo di salvare la “Casa della Divina Provvidenza”.

Accanto alla nomina di Bartolo Cozzoli, va rimarcata la decisione del Mise che ha accettato la richiesta  di amministrazione straordinaria. Una decisione assunta, come detto, in base  della cosidetta legge Marzano  che si differenzia dalla legge Prodi (che ha una procedura decisamente più semplificata) per il fatto che la Casa Divina Provvidenza ha più di 500 dipendenti e oltre 300 milioni di euro di debiti. 

Bartolo Cozzoli ora avrà  180 giorni di tempo per presentare il proprio piano di salvataggio e dovrà rispondere ad un preciso crono-programma come previsto dalla   legge.

al.g.

a.giammaria@luedi.it

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