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REGGIO. – Il monitoraggio dell’Arpacal di settecentoventisei chilometri di costa riguardo la qualità della balneazione conferma quest’anno il discreto stato di salute del mare calabrese. Come pure la ormai cronica criticità di quel due per cento di “acque di balneazione con qualità scarsa” che entro il 2015, secondo le direttive dell’Unione europea, dovrebbero assolutamente trasformarsi almeno in “qualità sufficiente”. Si tratta di uno dei diversi dati illustrati ieri nel corso della conferenza stampa, svoltasi nei locali della capitaneria di Porto, dal direttore dell’Arpacal, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria, Sabrina Santagati e il comandante della Direzione marittima di Reggio Calabria, Gaetano Martinez, sul “Balneazione 2013: report sul primo bimestre di analisi e controlli”. “Se ci mettiamo tutti insieme a lavorare in maniera sinergica – evidenzia fin dall’inizio il direttore Santagati con accanto il direttore scientifico Oscar Ielacqua – ed in questo includo anche i cittadini, sono convinta che riusciremo a raggiungere il parametro richiesto dall’Unione europea. Abbiamo già segnalato queste zone critiche alla Regione che ha già provveduto a stanziare dei fondi”. 
Fondi che vengono dal Por Calabria e si riferiscono all’anno 2011, circa 38 milioni di euro che sono serviti a finanziare importanti progetti per migliorare la condizione delle acque costiere che, sulla scorta dei dati ufficiali, registravano proprio uno zero in pagella, “acque scarse” da diversi anni. Alcuni lavori risultano in corso di esecuzione per diversi comuni calabresi. Per altri, invece, si sta aspettando l’aggiudicazione del bando ma in ogni caso si spera che, entro la data stabilita, si possa raggiungere l’obiettivo. Positivo l’esperimento di Sos Mare, il numero verde per le segnalazioni, mentre riguardo alla rilevazione dei dati del primo bimestre sulla balneazione le criticità presentate interessano soprattutto la costa vibonese e reggina con diversi campionamenti ritenuti sfavorevoli. Dati che in seguito al campionamento suppletivo, previsto per legge, si sono rivelati favorevoli e questo fa pensare, così come ha sottolineato la dottoressa Santagati, a situazioni momentanee di inquinamento. L’esempio è quello di Cala Janculla, Seminara, considerata da sempre un’eccellenza e le cui criticità sembrano già essere rientrate. Altre zone invece registrano le criticità di sempre. Acque sempre di “qualità scarsa”. “Chiamiamo in causa chi deve fare qualcosa perché c’è ancora tempo per farla – rammenta il direttore dell’Arpacal – adesso ci sono le risorse, i bandi sono stati pubblicati e probabilmente per l’estate riusciremo a far rientrare il problema”. Per quanto riguarda la depurazione, l’Arpacal effettua i controlli, spesso in compagnia di personale della capitaneria di Porto, direttamente sullo scarico del depuratore. E i dati di questi primi due mesi dicono che nella provincia di Cosenza su 35 interventi sono stati riscontrati 14 non conformità, sempre riconducibili ad una presenza eccessiva di Escherichia Coli che fanno presupporre un cattivo funzionamento del depuratore. Sei su 22 i punti critici a Catanzaro, 4 su 10 a Reggio, 1 su 20 a Crotone e 2 su 7 a Vibo Valentia. Un lavoro sinergico, quello tra la Capitaneria di Porto ed Arpacal, così come sottolineato dal comandante Martinez e avvalorato da una convenzione della durata di tre anni che sta portando ad ottimi risultati nel campo della tutela dell’ambiente. Infine i dati della Direzione Marittima, illustrati dal comandante Francesco Terranova, proprio sull’attività a tutela dell’ambiente e che si riferiscono al periodo di tempo che va dal settembre del 2012 a maggio di quest’anno: 1638 controlli, 269 illeciti di cui 70 illeciti penali e 199 amministrativi. Trentuno i depuratori in stato di sequestro, 10 del tutto inattivi, 36 con scarico non autorizzato. Trentadue le reti fognarie mal funzionanti o danneggiate.    

REGGIO CALABRIA – Il monitoraggio dell’Arpacal di 626 chilometri di costa riguardo la qualità della balneazione rileva la ormai cronica criticità di quel due per cento di “acque di balneazione con qualità scarsa” che entro il 2015, secondo le direttive dell’Unione europea, dovrebbero assolutamente trasformarsi almeno in “qualità sufficiente”. Si tratta di uno dei diversi dati illustrati ieri nel corso della conferenza stampa, svoltasi nei locali della capitaneria di Porto, dal direttore dell’Arpacal, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria, Sabrina Santagati e il comandante della Direzione marittima di Reggio Calabria, Gaetano Martinez, sul “Balneazione 2013: report sul primo bimestre di analisi e controlli”.

 

Da una parte, 38 milioni di euro sono serviti a finanziare importanti progetti per migliorare la condizione delle acque costiere che, sulla scorta dei dati ufficiali, registravano proprio uno zero in pagella, “acque scarse” da diversi anni. Ma tante zone registrano le criticità di sempre. Acque sempre di “qualità scarsa”. “Chiamiamo in causa chi deve fare qualcosa perché c’è ancora tempo per farla – rammenta il direttore dell’Arpacal – adesso ci sono le risorse, i bandi sono stati pubblicati e probabilmente per l’estate riusciremo a far rientrare il problema”. Per quanto riguarda la depurazione, l’Arpacal effettua i controlli, spesso in compagnia di personale della capitaneria di Porto, direttamente sullo scarico del depuratore. E i dati di questi primi due mesi dicono che nella provincia di Cosenza su 35 interventi sono stati riscontrati 14 non conformità, sempre riconducibili ad una presenza eccessiva di Escherichia Coli che fanno presupporre un cattivo funzionamento del depuratore. Sei su 22 i punti critici a Catanzaro, 4 su 10 a Reggio, 1 su 20 a Crotone e 2 su 7 a Vibo Valentia. Un lavoro sinergico, quello tra la Capitaneria di Porto ed Arpacal, così come sottolineato dal comandante Martinez e avvalorato da una convenzione della durata di tre anni che sta portando ad ottimi risultati nel campo della tutela dell’ambiente.

 Infine i dati della Direzione Marittima, illustrati dal comandante Francesco Terranova, proprio sull’attività a tutela dell’ambiente e che si riferiscono al periodo di tempo che va dal settembre del 2012 a maggio di quest’anno: 1638 controlli, 269 illeciti di cui 70 illeciti penali e 199 amministrativi. Trentuno i depuratori in stato di sequestro, 10 del tutto inattivi, 36 con scarico non autorizzato. Trentadue le reti fognarie mal funzionanti o danneggiate.    

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