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Un anno fa, quando nasceva l’idea del “Giardino in movimento” sotto il ponte Musmeci,  il gruppetto che si era dedicato all’esperimento forse non sperava ci si sarebbe spinti così oltre nel seguire la via della progettazione partecipata. Alcuni architetti, ingegneri e agronomi avevano chiamato a raccolta cittadini volenterosi  per rimettere in sesto un’area al di sotto delle arcate del ponte, seguendo un metodo particolare di cura del verde.

Qualche mese dopo quell’idea di cura dal basso dello spazio pubblico si è trasformata in un percorso di progettazione partecipata.

L’idea originale prevede di far crescere le piante, anche quelle che comunemente chiamiamo erbacce, seguendo il corso naturale delle stagioni, la vita delle diverse specie, per consumare così poche energie e risorse nella manutenzione.  Un anno fa, armati di guanti e rastrello, i ragazzi dello studio WOP (giovani progettisti impegnati nella volumetria quasi zero) con l’associazione Basilicata 1799 e i cittadini che avevano risposto all’appello, hanno catalogato le piante della zona e ripulito l’area.

Nei mesi successivi poi hanno cercato di osservare la trasformazione di quel giardino a seconda del passare delle stagioni.

L’iniziativa è servita anche a riportare un po’ di attenzione sul ponte Musmeci, che a Potenza troppo spesso non è valorizzato, talvolta neanche conosciuto nel suo valore di opera fondamentale del patrimonio architettonico italiano.

Al Wop però hanno deciso di provare a fare un passo ulteriore. Con l’aiuto di Basilicata 1799 e il Nur, un gruppo di professionisti che si occupa di pianificazione urbana partecipata, hanno organizzato un workshop che ha richiamato una trentina di professionisti, non solo potentini. Prima il sopralluogo, la catalogazione delle specie cresciute in zona, l’analisi dello spazio. Poi la discussione in gruppi, la mescolanza di idee e spunti. Lavorando in gruppo, livellando esigenze, praticabilità e sostenibilità delle diverse proposte si è arrivati ad alcuni progetti di sistemazione dell’area.

Il lavoro, però, non è finito. L’esperimento di progettazione partecipata avrà una seconda fase in cui la cittadinanza sarà chiamata a condividere l’esperienza. Attraverso la rete, la promozione sui social network e qualche incontro dal vivo il gruppo chiederà ai potentini di esprimersi, osservare, condividere i progetti. Ma anche di sostenerli (per la raccolta di materiale o piccoli fondi si sperimenterà probabilmente la strada del crowd funding).

L’appuntamento poi è per tutti il 17 luglio, quando il Giardino in movimento sarà realizzato davvero. E con i progettisti che hanno avviato il percorso, magari ci sarà un bel pezzo di città pronta a riappropriarsi di quello spazio pubblico. 

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