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di PARIDE LEPORACE
All’indomani dello storico risultato referendario in Italia e in Basilicata ci aspettavamo un consiglio regionale attento a recepire le istanze espresse da un diverso modo d’intendere l’agire politico. Pensavamo che il rito dell’elezione per il rinnovo dell¹ufficio di presidenza andasse a sposarsi con quel vento di aria nuova che dai monitor dei computer si diffonde alle piazze e ai corpi di nuove comunità. Ah poveri illusi noi delle democrazia diretta.
A via Anzio ieri è andata in scena una delle peggiori rappresentazione della politica dei nominati a cura di degni epigoni dei responsabili di Scilipoti. Per uno sgabello di segreteria da assegnare all’opposizione sono scesi in campo i franchi tiratori e il guardiano del bidone Viti turlupinato è stato costretto alle dimissioni da capogruppo del partito-Regione che continua a mostrarsi come un gigante dai piedi d’argilla. Si svegli Speranza già finito sull’Espresso per non aver deciso su Pisticci e che ora rischia nuovi illustri patiboli mediatici.
I lavoratori di Agrobios aspettavano una soluzione ai loro problemi, la mattina Bankitalia ci annunciava che un terzo dei giovani lucani non fa nulla e i consiglieri eletti si prendono il lusso d¹insultarsi e comportarsi come tanti cani che si contendono l’osso.
E’ stato pedagogico ieri, leggere, quella Tass di regime che è Basilicatanet. Mettete a confronto l’annuncio dell’elezione dell’ufficio di presidenza e le dimissioni di Viti: sembrano due fatti sconessi avvenuti in Palazzi diversi, e che dire dei comunicati diffusi sull’analisi del referendum con molto ceto politico di professione a trovare la ratio di quella marea montante che chiede democrazia e nuova etica.
S’illudono ancora una volta di imbracare alle sonnolenze lucane e al bisogno
l’onda d’urto che sta cambiando il linguaggio, l’espressione e le priorità
dell’agenda politica.
Il derelitto centrodestra lucana batta finalmente un colpo. Ieri è stato oltraggiato istituzionalmente da bizantine manovre di Palazzo. Abbia un sussulto di dignità anche il neoeletto Folino che per assicurare il suo alto scranno ha permesso e forse finanche autorizzato l’indegna gazzarra di ieri.
E anche al senatore Belisario, che a Radioanch’io ieri, ha giustamente affermato che: “la spallata al governo è arrivata dal basso ed è da qui che bisogna ripartire per un Italia migliore, a misura di cittadino e non di presidente del consiglio² , facciamo notare che anche la Basilicata migliore, a misura di cittadino non può essere schiaffeggiata per l’assegnazione di uno sgabello di segretario del Consiglio regionale.

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