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Lucano di Bernalda, Giuseppe Melillo si divide tra Potenza e Matera. Assistente per alcuni anni di Antropologia culturale presso l’Università di Basilicata, ha lavorato e collaborato con enti pubblici e privati, anche esteri, occupandosi di sviluppo locale, turismo, antropologia e dei dispositivi di comunicazione e marketing. Ha ultimamente contribuito alla pubblicazione del “Dizionario dei Lucani” e “Feste Lucane”. Racconta la Basilicata su “Tra Cielo e Mandarini”, più volte definito come buon esempio di narrazione e valorizzazione di un territorio, dialogando su Twitter (@giusmelillo).

Ecco la sua lista per le città:

1) Spero che avvenga un cambiamento di paradigma culturale, percepito solo in alcuni frangenti. Un cambiamento che induca i lucani ad agire in maniera più collettiva. Una comunità, quindi, che aumenti la sua consapevolezza sociale e visione d’insieme. Che il noi prevalga sull’io.

2) Mi auguro che le strategie politiche di sviluppo guardino con più attenzione alle risorse ,alle energie e alle effervescenze esistenti sul territorio e le valorizzi smettendo di proporre modelli altrui. Che le parole chiavi siano Sostenibilità Economica, Ambientale e Culturale. E che nell’immediato si avviino operazioni concrete come l’attuazione del Piano Paesaggistico, un efficiente Piano dei Rifiuti e nuovo e aggiornato del Piano dei Trasporti. Che si esca dalla cultura dell’emergenza e che si cambi prima di subire il cambiamento.

3) per POTENZA: vorrei che Potenza aumentasse il suo essere Città dei Servizi a disposizione dell’intera Basilicata e che tra l’Università e la Città ci fosse uno scambio continuo che si diffondesse all’intera Regione.

4) per MATERA: mi piacerebbe che il prossimo Sindaco di Matera sia una figura autorevole, capace di visioni e di forte spessore. Che non esca dal manuale Cencelli, frutto di equilibrismi e contrappesi correntizi, ma che sia una personalità capace di accompagnare Matera e l’intero territorio verso il 2019.

5) per i  131 PAESI: il mio più grande desiderio è che i paesi, borghi ritornino a essere abitati da coloro che sono andati via, rigenerando, così, i territori . E che, magari, ritornando applichino i saperi e le competenze acquisite per mettere a valore e le tante risorse materiali e immateriali esistenti.

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