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VENOSA – Un week-end amaro il 2 giugno per i tanti turisti che hanno pensato di visitare alcuni siti di interesse monumentale e architettonico della cittadina oraziana. Il parco archeologico e il museo sono rimasti chiusi la mattina perché martedì è il giorno di chiusura settimanale. Inoltre il parco rimarrà interdetto a chi volesse visitarlo tutti i pomeriggi per carenza di personale, visto che hanno ripristinato il turno di notte al museo. Ma c’è un’ulteriore beffa: nei giorni scorsi, infatti, ai visitatori che arrivavano a Melfi è stato dato un biglietto cumulativo che consentiva loro di visitare anche Venosa. Solo che quando i turisti sono arrivati nella cittadina oraziana hanno trovato, con grande disappunto, tutto chiuso. Una decisione della Soprintendenza di Potenza che di certo non ha trovato il favore dei tanti visitatori. «Oggi – ha detto una delle guide di Venosa – avevo due gruppi di adulti che avrebbero pagato biglietto di ingresso di euro 2,50 a persona per visitare il parco archeologico di Venosa. Peccato, mancato incasso di ben 175 euro per Venosa». Gli fa da eco un altro turista originario di Corato: «Il patrimonio artistico è di tutti, sono i cittadini attivi i veri custodi. È nelle opere monumentali, e da lì che partono i processi culturali. Non dobbiamo inventarci nulla dobbiamo solo avere il coraggio di aprire e mantenere le aperture. Matera con i suoi Sassi è risorta grazie alla buona volontà di cittadini privati che hanno investito. Poche chiacchiere e più fatti per questa città». Mariano dello stesso gruppo: «Basta mettere il naso fuori dalle nostre 4 mura per vedere che altri posti sono più organizzati e pronti ad accogliere i turisti. Noi rimarremo i soliti 4 campagnoli lagnoni». Venosa in questi giorni è stata presa d’assalto da tante comitive di turisti, alcune provenienti anche da lontano, perfino da Bolzano e Varese.
Arcangelo Tardugno, giunto a Venosa è rimasto senza parole: «una cittadina che accoglie i visitatori con i suoi bellissimi monumenti e storia in un percorso lineare. L’Incompiuta è il fiore all’occhiello, rimasto così, offre al visitatore un’immagine di quanta bellezza architettonica ha avuto questa città fin dai tempi remoti. Unico neo, vedere i cani randagi girare per i siti, uno è riuscito a fare il percorso insieme a noi nel parco archeologico».

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