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FRA il 3 e il 12 ottobre  una delegazione della commissione giudicatrice per la Capitale europea della cultura nel 2019, visiterà Matera.

«A partire dalla festa della Bruna cominceremo ad abbellire la città e tutti i quartieri, perchè Matera non è solo Sassi». Paolo Verri ne è convinto, mentre parla dell’appuntamento più importante che attende Matera. 

Meno di una settimana dopo, infatti, il 16 ottobre, al Ministero per i beni culturali si svolgerà la selezione finale che deciderà quale fra Matera, Cagliari, Lecce, Perugia-Assisi, Ravenna e Siena sarà la città scelta.

Il Comitato scientifico è già al lavoro, dal giorno dopo l’ingresso nella short list, nel novembre scorso, come conferma il direttore del Comitato Matera 2019.

«Ad ottobre ci toccherà  la prova orale della candidatura – spiega – che per noi si svolgerà nello stesso giorno di Perugia.

Il 18 presumibilmente sapremo se navigheremo verso il Paradiso. Questa volta il colloquio durerà un’ora e mezza. La prima mezz’ora sarà dedicata alla presentazione; l’ora successiva servirà alle domande della commissione».

Anche questa volta conterà l’idea, l’intuizione, il segno distintivo per illustrare non solo un progetto ma anche una città nel suo complesso.

«Nella precedente occasione – prosegue Verri – abbiamo portato i cittadini all’interno della sala dell’audizione in diretta tv, questa volta dovremo pensare a qualcos’altro».

La corsa coinvolge altre città, ma il richiamo di Matera sembra essere molto forte. Questi mesi sono serviti a rafforzare questa posizione? «Stiamo lavorando molto con il direttore artistico Joseph Grima per il coinvolgimento della città creativa nel programma culturale.

La candidatura è molto utile  per lo sviluppo dei territori indipendentemente dal risultato, ma non possiamo sottovalutare il fatto che tutti vogliamo vincere,  illustrando  il nostro programma culturale e il modo in cui si possono migliorare i cittadini.

Nel precedente dossier nelle 110 pagine solo 10 erano riservate alla cultura, in questo saranno  45.

I progetti culturali saranno questa volta un centinaio, 15 grandi, 35 di medie dimensioni e il resto più piccoli».

Non può negarlo, i polsi tremano perchè questa è l’occasione decisiva.

«Ci prepareremo per l’esame – conferma Salvatore Adduce – il nuovo dossier riguarderà l’obiettivo e sarà un lavoro frutto di approfondimenti che il Comitato ha svolto». La prudenza è d’obbligo, ma il sindaco non può negare che il lavoro svolto finora sta dando buoni risultati». Il coinvolgimento della città è la parola d’ordine anche per il primo cittadino. Fondamentale è anche la dimensione europea: «Ovvero la capacità di mettere in piedi progetti e iniziative».

L’assessore alla Cultura Alberto Giordano aggiunge: «Nell’incontro che abbiamo avuto a Londra con Steve  Green, ci è stato ricordato che il colloquio del 16 ottobre sarà determinante.

L’aspetto positivo è che avremo più tempo, una vera opportunità». La visita di una delegazione della commissione giudicatrice sarà un elemento da non sottovalutare.

«C’è da lavorare – conclude Alberto Giordano.

Quattro mesi, d’altronde, passano presto.

a.ciervo@luedi.it

 

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