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POTENZA – Si è presentato direttamente in procura per raccontare la “sua” Arpab, i rapporti con la Regione e i gli allarmi lanciati quest’estate quando sarebbero mancati in soldi anche per le analisi sulle acque destinate al consumo umano.

E’ stato sentito nei giorni scorsi dai pm del capoluogo l’ex dg dell’Agenzia regionale all’ambiente Aldo Schiassi, in rotta con gli uffici di via Anzio dopo il suo defenestramento il 30 novembre scorso. Una decisione della giunta regionale arrivata dopo mesi di polemiche sull’operato del manager.  

Schiassi aveva annunciato da tempo la sua intenzione di denunciare ai magistrati una serie di circostanze vissute in questo anno e poco più ai vertici dell’Arpab. A partire dalla questione sulle responsabilità per la mancata approvazione del bilancio previsionale dell’ente per il 2014.

Solo che prima che potesse presentarsi di fronte ai pm era stato raggiunto da un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sul Centro oli dell’Eni di Viggiano (vicenda che sarebbe estranea a quella oggetta del colloquio in procura, ndr). Poi dalle notizie su un’altra denuncia presentata dal suo successore, Edmondo Iannicelli, a causa della sparizione di alcuni fascicoli dagli uffici dell’Agenzia, appena qualche ora prima del suo insediamento.

Iannicelli ha parlato di «furti, anche con scasso», e della scomparsa di non meglio precisati faldoni dalla stanza del direttore generale, e da una cassettiera dove sarebbero state custodite le richieste di rimborso spesa del suo predecessore non liquidate dalla Regione.

Replicando a Iannicelli mercoledì erano stati i legali di Schiassi a rompere il silenzio.

Per gli avvocati Luciano Petrullo e Cinzia Pasquale, Schiassi avrebbe saputo solo dalla stampa dei tentativi di Iannicelli, di convocarlo a Potenza ,sia telefonicamente che tramite un «invito presso la sede di residenza anagrafica comunicata dallo stesso». Fino alla presa d’atto del «mancato passaggio di consegne» consacrata in una delibera della scorsa settimana. Sarebbe quindi falso, che Schiassi «risulterebbe irreperibile ed inottemperante alla consegna delle attività al neo nominato direttore generale dell’Agenzia». Perché dell’incarico a Iannicelli avrebbe avuto «conoscenza a seguito di una telefonata, ricevuta intorno alle 18.00 del 30 novembre scorso, da parte dell’assessore Berlinguer che in quel frangente si trovava in Toscana». Ma lo stesso assessore non sarebbe stato «in grado di fornire ulteriori indicazioni neppure riguardo il nominativo del nuovo incaricato. Da allora nulla più».

«Non si ha timore di essere smentiti», insistono gli avvocati. Convinti di «di riuscire a dimostrare che alcuna nota e/o documento ufficiale siano mai stati a lui indirizzati al fine di comunicare la risoluzione del contratto di lavoro o semplicemente notiziarlo dell’accaduto. Alcuna comunicazione per vie brevi, telefono – e-mail – pec, è stata sollecitata essendo tutti recapiti ben noti come, del resto, il suo indirizzo di residenza, come della sua dimora».

Sui «furti» denunciati da Iannicelli i due legali hanno inoltre affermato di avendo appreso sempre e soltanto dalla stampa che «tra i documenti rubati ci sarebbero le richieste di rimborso spese avanzate dal nostro assistito». Aggiungendo che «in merito, trattandosi di documenti personali del dottor Schiassi», si riservavano «di valutare la possibilità di unirsi alla denuncia che pare essere già stata formulata al fine di tutelare i diritti e la privacy del nostro cliente».

l.amato@luedi.it

 

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