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VIGGIANO –  E’ stato rinviato a data da destinarsi l’atteso incontro sulla vertenza Vibac promosso dai sindaci dell’Alta Val d’Agri in Regione con l’assessore alle attività Produttive, Raffaele Liberali. Un incontro che doveva svolgersi ieri mattina che è «stato annullato – ha riferito la Rsu della Cgil, Vincenzo Cirigliano – dalla stessa Regione». «Ci si aspetta di farlo – ha evidenziato – in settimana». Intanto il presidio dei lavoratori iniziato il 18 dicembre scorso, continua. «In Regione – ha aggiunto Cirigliano – si spera che l’azienda si dimostri disponibile ad attuare eventuali investimenti che dimostrino la volontà di continuare ad operare sul nostro territorio e nello stesso tempo conseguano i loro obiettivi di risparmio sui costi di produzione». La vertenza dei 185 dipendenti dell’azienda che produce film per imballaggio, va avanti ormai da oltre due mesi, tra trattative e incontri tra i vertici aziendali e le parti sociali. L’ultimo, in ordine cronologico, quello svoltosi a fine dicembre ad Atena Lucana dove sul tavolo è stato riproposto all’azienda, da parte delle Rsu e i sindacati il progetto di rafforzare una maggiore produzione nel reparto metallizzato. Ulteriore tempo è stato preso da parte dell’azienda che nel Piano presentato tempo fa ha lamentato «la grave situazione di difficoltà nella quale si è venuta a trovare a causa di: generalizzata crisi di mercato, dovuta alla grave e persistente crisi congiunturale economica, sia nazionale che mondiale; ingresso di nuovi produttori da paesi emergenti capaci di conquistare quote di mercato grazie a maggiore competitività; elevato costo del prodotto rispetto ai prezzi di vendita imposti dal mercato e impossibilità da parte del gruppo di sopportare ulteriori perdite operative che minano la continuità del gruppo stesso». Non solo, dietro sollecitazione della RSU, l’azienda ha confermato che «l’attuale struttura dei costi risulta essere tale da rendere antieconomico il proseguimento dell’attività produttiva», evidenziando «l’esigenza di ridurre il costo del personale di circa 2.800.000 euro». Una riduzione che «potrebbe essere raggiunta attraverso un diverso assetto organizzativo e una rivisitazione degli istituti retributivi non derivanti dalla contrattazione di primo livello». Insomma una situazione delicata e complessa che ha portato le parti a programmare successivi incontri per «un approfondimento tecnico sugli strumenti eventualmente da adottare e sulle conseguenti ricadute economiche pei i lavoratori». Nel frattempo un’enorme striscione caldeggia dinnanzi ai cancelli dello stabilimento con la scritta “Il lavoro è dignità non carità”. E in una lunga riflessione il presidente dell’associazione culturale di Tramutola “Al Varco”, Roberto Pisano “denuncia” «il presidio permanente della Vibac è anche l’ennesimo paradosso di una terra bella, ricca e sempre più brutalizzata (per non dire stuprata) dalla prepotenza e dalla inettitudine di amministratori fantocci, dalla sfrontatezza di colonizzatori che senza vergogna alcuna, calpestano e mortificano un territorio meraviglioso».

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