X
<
>

Condividi:
10 minuti per la lettura

 

di ZAIRA BARTUCCA
IL primo febbraio si avvicina. Per molti è una data come un’altra ma per le maestranze dell’Italcementi rappresenta l’inizio dell’ipotesi d’accordo siglata a Roma il 28 dicembre scorso nell’ambito del cosiddetto “Progetto 2015”, che per 24 mesi coinvolgerà i siti italiani di Italcementi e di altre aziende e in cui si prevede il ricorso alla Cassa per ristrutturazione per un totale di 740 persone, di cui 665 in Italcementi. 
Documento aperto a modifiche e ad integrazioni ma con numerosi punti fermi che, inevitabilmente, toccheranno anche il sito di Vibo Marina. Gli 82 operai dello stabilimento della frazione  –  lo ricordiamo – attualmente sono in regime di cassa integrazione straordinaria e occupati a rotazione per 10-15 giorni mensili nel Centro di macinazione del clinker cui l’azienda, come in numerose altre sedi, ha optato per consentire il prosieguo delle attività e per produrre a regime ridotto abbattendo parte dei costi. Sembra essere invece momentaneamente accantonata l’ipotesi di destinare parte della sede vibonese (a seguito di un accordo con un privato che sembrava essere stato totalmente delineato) a centro sportivo polivalente ma, certamente, nessuna ipotesi è da escludere. Quel che è certo – e che è stato deciso sempre al tavolo romano delle scorse settimane – è che l’azienda si accinge ad investire 95 milioni di euro nell’ambito della nuova articolazione produttiva del gruppo, e a destinare agli operai in Cigs da più di tre mesi integrazioni salariali (550 euro mensili) e sostegno per spese sanitarie e familiari. Ma se da un lato per la situazione degli operai sembra ci sia stata una leggera boccata di ossigeno, il destino dello stabilimento vibonese – per nulla o poco considerato a i tavoli nazionali delle trattative – rimane, tuttora, un’incognita. Da qui la richiesta, stringente, di un lavoro costante di cui devono farsi carico gli assessorati competenti e chi, fin da inizio vertenza, ha avviato un incessante opera di concertazione con i vertici dell’azienda bergamasca. Ad avanzarla è il componente delle Rappresentanze sindacali unitarie e dello Slai Cobas Giovanni Patania, che ha parlato di «vertenza critica tuttora da definire e che rischia di mandare a casa un centinaio di capifamiglia. Situazione – ha proseguito l’interessato – che sembra non bastare alle istituzioni e alla politica, totalmente assorbite dalle elezioni di febbraio. Noi lavoratori Italcementi, invece, chiediamo uno scatto d’orgoglio per definire la nostra vertenza poiché rappresenta il viatico per la sopravvivenza del mondo operaio nel vibonese». 
Sotto accusa finisce poi, per l’interessato, la «condotta» adottata in relazione alla vertenza Italcementi e non solo dall’assessore regionale al Lavoro Franco Stillitani: «Ci fanno molto riflettere – ha infatti specificato Patania – gli spot che da qualche tempo impazzano sulle emittenti locali in cui si promettono migliaia di posti di lavoro che conoscerà bene l’assessore Stillitani. Riteniamo che tale passerella legata agli spot e agli annunci roboanti contrasti con la realtà lavorativa del territorio. Nel trascorso e drammatico 2012, infatti, hanno perso il lavoro tante persone e tante altre lottano per averne uno o attendono il rinnovo del contratto. Basta, quindi, con gli spot, perché agli enunciati dell’assessore che promette l’arrivo di milioni di euro per creare occupazione, si contrappone la drammatica situazione di chi nel frattempo il lavoro continua a perderlo». Da qui la richiesta avanzata dal rappresentante delle Rsu dello stabilimento e componente dello Slai Cobas – rivolta sempre all’assessore regionale al Lavoro – di farsi promotore di «impegni ed azioni concrete e credibili per salvare l’occupazione e le fabbriche di questa provincia. Con una presenza fisica e consapevole ai tavoli della prefettura, che permetta di contrastare con decisione l’arroganza di Italcementi che giorni addietro ha firmato un accordo a livello nazionale – di cui si è dato conto in apertura dell’articolo – che riduce di altri 700 posti di lavoro il suo organico e nel contempo cancella da quell’accordo la cementeria di Vibo Valentia anche come centro di macinazione. Lavoriamo dunque in questi mesi per definire la vertenza Italcementi e nel contempo dare tranquillità a quei lavoratori che rischiano – ha concluso Patania – di perdere anche la propria dignità oltre il lavoro».

IL primo febbraio si avvicina. Per molti è una data come un’altra ma per le maestranze dell’Italcementi rappresenta l’inizio dell’ipotesi d’accordo siglata a Roma il 28 dicembre scorso nell’ambito del cosiddetto “Progetto 2015”, che per 24 mesi coinvolgerà i siti italiani di Italcementi e di altre aziende e in cui si prevede il ricorso alla Cassa per ristrutturazione per un totale di 740 persone, di cui 665 in Italcementi. Documento aperto a modifiche e ad integrazioni ma con numerosi punti fermi che, inevitabilmente, toccheranno anche il sito di Vibo Marina. Gli 82 operai dello stabilimento della frazione  –  lo ricordiamo – attualmente sono in regime di cassa integrazione straordinaria e occupati a rotazione per 10-15 giorni mensili nel Centro di macinazione del clinker cui l’azienda, come in numerose altre sedi, ha optato per consentire il prosieguo delle attività e per produrre a regime ridotto abbattendo parte dei costi. Sembra essere invece momentaneamente accantonata l’ipotesi di destinare parte della sede vibonese (a seguito di un accordo con un privato che sembrava essere stato totalmente delineato) a centro sportivo polivalente ma, certamente, nessuna ipotesi è da escludere. Quel che è certo – e che è stato deciso sempre al tavolo romano delle scorse settimane – è che l’azienda si accinge ad investire 95 milioni di euro nell’ambito della nuova articolazione produttiva del gruppo, e a destinare agli operai in Cigs da più di tre mesi integrazioni salariali (550 euro mensili) e sostegno per spese sanitarie e familiari. Ma se da un lato per la situazione degli operai sembra ci sia stata una leggera boccata di ossigeno, il destino dello stabilimento vibonese – per nulla o poco considerato a i tavoli nazionali delle trattative – rimane, tuttora, un’incognita. Da qui la richiesta, stringente, di un lavoro costante di cui devono farsi carico gli assessorati competenti e chi, fin da inizio vertenza, ha avviato un incessante opera di concertazione con i vertici dell’azienda bergamasca. Ad avanzarla è il componente delle Rappresentanze sindacali unitarie e dello Slai Cobas Giovanni Patania, che ha parlato di «vertenza critica tuttora da definire e che rischia di mandare a casa un centinaio di capifamiglia. Situazione – ha proseguito l’interessato – che sembra non bastare alle istituzioni e alla politica, totalmente assorbite dalle elezioni di febbraio. Noi lavoratori Italcementi, invece, chiediamo uno scatto d’orgoglio per definire la nostra vertenza poiché rappresenta il viatico per la sopravvivenza del mondo operaio nel vibonese». Sotto accusa finisce poi, per l’interessato, la «condotta» adottata in relazione alla vertenza Italcementi e non solo dall’assessore regionale al Lavoro Franco Stillitani: «Ci fanno molto riflettere – ha infatti specificato Patania – gli spot che da qualche tempo impazzano sulle emittenti locali in cui si promettono migliaia di posti di lavoro che conoscerà bene l’assessore Stillitani. Riteniamo che tale passerella legata agli spot e agli annunci roboanti contrasti con la realtà lavorativa del territorio. Nel trascorso e drammatico 2012, infatti, hanno perso il lavoro tante persone e tante altre lottano per averne uno o attendono il rinnovo del contratto. Basta, quindi, con gli spot, perché agli enunciati dell’assessore che promette l’arrivo di milioni di euro per creare occupazione, si contrappone la drammatica situazione di chi nel frattempo il lavoro continua a perderlo». Da qui la richiesta avanzata dal rappresentante delle Rsu dello stabilimento e componente dello Slai Cobas – rivolta sempre all’assessore regionale al Lavoro – di farsi promotore di «impegni ed azioni concrete e credibili per salvare l’occupazione e le fabbriche di questa provincia. Con una presenza fisica e consapevole ai tavoli della prefettura, che permetta di contrastare con decisione l’arroganza di Italcementi che giorni addietro ha firmato un accordo a livello nazionale – di cui si è dato conto in apertura dell’articolo – che riduce di altri 700 posti di lavoro il suo organico e nel contempo cancella da quell’accordo la cementeria di Vibo Valentia anche come centro di macinazione. Lavoriamo dunque in questi mesi per definire la vertenza Italcementi e nel contempo dare tranquillità a quei lavoratori che rischiano – ha concluso Patania – di perdere anche la propria dignità oltre il lavoro».
di ZAIRA BARTUCCAIL primo febbraio si avvicina. Per molti è una data come un’altra ma per le maestranze dell’Italcementi rappresenta l’inizio dell’ipotesi d’accordo siglata a Roma il 28 dicembre scorso nell’ambito del cosiddetto “Progetto 2015”, che per 24 mesi coinvolgerà i siti italiani di Italcementi e di altre aziende e in cui si prevede il ricorso alla Cassa per ristrutturazione per un totale di 740 persone, di cui 665 in Italcementi. Documento aperto a modifiche e ad integrazioni ma con numerosi punti fermi che, inevitabilmente, toccheranno anche il sito di Vibo Marina. Gli 82 operai dello stabilimento della frazione  –  lo ricordiamo – attualmente sono in regime di cassa integrazione straordinaria e occupati a rotazione per 10-15 giorni mensili nel Centro di macinazione del clinker cui l’azienda, come in numerose altre sedi, ha optato per consentire il prosieguo delle attività e per produrre a regime ridotto abbattendo parte dei costi. Sembra essere invece momentaneamente accantonata l’ipotesi di destinare parte della sede vibonese (a seguito di un accordo con un privato che sembrava essere stato totalmente delineato) a centro sportivo polivalente ma, certamente, nessuna ipotesi è da escludere. Quel che è certo – e che è stato deciso sempre al tavolo romano delle scorse settimane – è che l’azienda si accinge ad investire 95 milioni di euro nell’ambito della nuova articolazione produttiva del gruppo, e a destinare agli operai in Cigs da più di tre mesi integrazioni salariali (550 euro mensili) e sostegno per spese sanitarie e familiari. Ma se da un lato per la situazione degli operai sembra ci sia stata una leggera boccata di ossigeno, il destino dello stabilimento vibonese – per nulla o poco considerato a i tavoli nazionali delle trattative – rimane, tuttora, un’incognita. Da qui la richiesta, stringente, di un lavoro costante di cui devono farsi carico gli assessorati competenti e chi, fin da inizio vertenza, ha avviato un incessante opera di concertazione con i vertici dell’azienda bergamasca. Ad avanzarla è il componente delle Rappresentanze sindacali unitarie e dello Slai Cobas Giovanni Patania, che ha parlato di «vertenza critica tuttora da definire e che rischia di mandare a casa un centinaio di capifamiglia. Situazione – ha proseguito l’interessato – che sembra non bastare alle istituzioni e alla politica, totalmente assorbite dalle elezioni di febbraio. Noi lavoratori Italcementi, invece, chiediamo uno scatto d’orgoglio per definire la nostra vertenza poiché rappresenta il viatico per la sopravvivenza del mondo operaio nel vibonese». Sotto accusa finisce poi, per l’interessato, la «condotta» adottata in relazione alla vertenza Italcementi e non solo dall’assessore regionale al Lavoro Franco Stillitani: «Ci fanno molto riflettere – ha infatti specificato Patania – gli spot che da qualche tempo impazzano sulle emittenti locali in cui si promettono migliaia di posti di lavoro che conoscerà bene l’assessore Stillitani. Riteniamo che tale passerella legata agli spot e agli annunci roboanti contrasti con la realtà lavorativa del territorio. Nel trascorso e drammatico 2012, infatti, hanno perso il lavoro tante persone e tante altre lottano per averne uno o attendono il rinnovo del contratto. Basta, quindi, con gli spot, perché agli enunciati dell’assessore che promette l’arrivo di milioni di euro per creare occupazione, si contrappone la drammatica situazione di chi nel frattempo il lavoro continua a perderlo». Da qui la richiesta avanzata dal rappresentante delle Rsu dello stabilimento e componente dello Slai Cobas – rivolta sempre all’assessore regionale al Lavoro – di farsi promotore di «impegni ed azioni concrete e credibili per salvare l’occupazione e le fabbriche di questa provincia. Con una presenza fisica e consapevole ai tavoli della prefettura, che permetta di contrastare con decisione l’arroganza di Italcementi che giorni addietro ha firmato un accordo a livello nazionale – di cui si è dato conto in apertura dell’articolo – che riduce di altri 700 posti di lavoro il suo organico e nel contempo cancella da quell’accordo la cementeria di Vibo Valentia anche come centro di macinazione. Lavoriamo dunque in questi mesi per definire la vertenza Italcementi e nel contempo dare tranquillità a quei lavoratori che rischiano – ha concluso Patania – di perdere anche la propria dignità oltre il lavoro».

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE