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ROMBIOLO – L’alba era fredda. Il vento gelido della notte sferzava gli ultimi colpi di coda, con un sole che, tuttavia, latitava, celato dalle colline del Poro. Ma loro erano già lì. Davanti ai cancelli, davanti a quella fabbrica che per anni ha rappresentato quella stabilità occupazionale sfuggita adesso loro di mano dopo la sentenza del Tribunale di Vibo: fallimento, quindi blocco della produzione e sospensione.

LEGGI LA NOTIZIA DEL FALLIMENTO DELLA GAM OIL CHE METTE A RISCHIO 126 LAVORATORI

In 120 si sono presentati stamani alle prime luci del mattino davanti alla “Gam Oil”, imponente stabilimento sito nell’area industriale di Rombiolo, per fare più rumore possibile. L’entrata sbarrata e lo sguardo rivolto a quello che fino a giovedì scorso era stato il loro posto di lavoro. La manifestazione è pacifica nella sua drammaticità, con le forze dell’ordine a presidiare la zona. Si parla, si confabula, si commenta l’iter che ha portato, per molti inaspettatamente, alla chiusura del sito. Debiti, tanti, troppi – 18 milioni circa – ed un piano di rientro che non ha superato il giudizio dei magistrati vibonesi. La “Piccola Mirafiori” chiude, dunque, ennesimo simbolo di un tessuto economico vibonese già, di per sé, fragile e che ha visto con gli anni sfibrarsi ulteriormente con la perdita di commesse prodromiche alla chiusura degli stabilimenti, o al loro netto ridimensionamento, che fino a quel momento le avevano portati avanti. E l’elenco è lungo, un bollettino di guerra nel quale spiccano i nomi di Ofin, Italcementi e Sud Mineraria. E ancora, Nostromo, Cgr e Saima, Pandolfini Saca, Astra di Piacenza, Siton, Omisud, Oma, Palisud, Feltrinelli, segherie Tripodi e Timpano, Liquigas, Migas, Sud Mineraria, Fiammagas, Giunta Eenergy, Romim, Covengas, manufatti Zaccaria, Pastificio Gargiulo secondo in Italia per produzione e qualità, Sovrana Plastic, Iclea. E non se la passavano meglio il Nuovo Pignone e Snamprogetti, Eni. Uno sterminio di aziende e di posti di lavoro che ha allargato un cimitero industriale che lascia dietro di sé fame, desolazione, ruderi. Adesso la Gam.

Domani pomeriggio, materdì 24 febbraio, alle 17 nell’auditorium di Rombiolo si svolgerà il consiglio comunale aperto. Ci saranno i sindacati, la politica locale, anche le istituzioni. Ma ci sarà soprattutto la speranza, quella dei 126 padri e madri di famiglia, ma anche giovani, tanti, che l’azienda presenti ricorso contro il fallimento. Una battaglia difficile, ardua, che fa sorgere un ovvio interrogativo: vale la pena restare in un terra meravigliosa e crudele che vede cadere, come tessere di un diabolico domino, le aziende?

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