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CATANZARO – La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d’appello di Catanzaro che aveva condannato a otto anni di reclusione Nicola Cappellano, accusato di riduzione in schiavitù e violenza sessuale di gruppo nei confronti della sua convivente. Lo ha reso noto il legale dell’uomo, l’avvocato Antonio Ludovico.

Cappellano era stato arrestato nel dicembre 2013 insieme Gianluca e Rinaldo Berlingieri (37 e 42 anni), questi ultimi con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. La Cassazione, ha riferito l’avvocato Ludovico, «ha accolto in pieno la prospettazione difensiva». In particolar modo sono stati annullati i tre capi di imputazione più pesanti, rendendo assolutamente sproporzionata la pena comminata a Cappellano e per la quale si trova tuttora ristretto presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia.

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La difesa ha evidenziato «la carenza dell’impianto logico argomentativo della motivazione posta a fondamento di una sentenza di condanna così pesante, emessa dai giudici di secondo grado. Sicuramente, la grandissima eco mediatica della vicenda non ha giovato. Mi sono battuto da subito – ha concluso l’avvocato Ludovico – per evidenziare come l’impianto accusatorio, fondato in larga parte sulle confessioni della presunta vittima, fosse tutt’altro che solido».

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