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CATANZARO – Una condanna e quattro assoluzioni. Si chiude così l’ultimo troncone della maxi inchiesta “Why Not”, avviata nel 2006 dall’allora pm Luigi De Magistris, sui presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici in Calabria.

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Il processo per associazione a delinquere davanti al tribunale collegiale di Catanzaro si è concluso con la condanna a due anni e sei mesi per Giacomo Franzè, coordinatore del Consorzio Brutium.

I politici Nicola Adamo, Ennio Morrone, Franco Morelli e Dionisio Gallo sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto. Al termine dell’udienza preliminare, ricordiamo, i cinque indagati erano stati già prosciolti. Decisione a cui fece seguito l’impugnazione e il ricorso Cassazione da parte della Procura Generale (richiesta accolta nel luglio 2011), con il conseguente rinvio a giudizio.

I difensori di Nicola Adamo, Fabio Viglione e Ugo Celestino, esprimono viva soddisfazione per l’assoluzione dell’ex vice presidente della Regione Calabria.

«Attendevamo con fiducia – sostengono – quest’ultima pronuncia che, in linea con le precedenti assoluzioni, cancella definitivamente ogni ombra sulla correttezza dell’on. Adamo, riconoscendogli la totale innocenza. Finalmente, dopo quasi
dieci anni di processi mediatici e giudiziari, si è definitivamente accertato che Nicola Adamo è estraneo ad ogni ipotesi di reato riconducibile alla vicenda Why Not. Ancora una volta, infatti, l’assoluzione è stata pronunciata con formula piena».

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