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CATANZARO – Sul caso Sorical Legautonomie non ci sta e dalle parole passa alle vie legali. Sarà notificato stamattina alla Regione e alla società mista che gestisce l’approvvigionamento e la fornitura all’ingrosso dell’acqua in Calabria un atto di diffida extragiudiziale per sollecitare la Regione a intervenire sul sistema idrico integrato e a rettificare le tariffe, sulla scorta delle osservazioni mosse dalla Corte dei conti. Non solo. Qualora, entro 90 giorni, dovesse permanere uno stato di inerzia da parte dell’amministrazione regionale, Legautomomie annuncia una class action contro la Sorical insieme ai Comuni calabresi.

La decisione, presa dalla direzione regionale, è stata illustrata ieri mattina dal presidente dell’associazione e consigliere regionale del Pd, Mario Maiolo, nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro a cui hanno partecipato anche la deputata democratica, Doris Lo Moro, e il sindaco di Torre di Ruggiero, Pino Pitaro, che è anche il legale incaricato di seguire la vicenda sul piano giudiziario. «L’atteggiamento di Sorical – ha spiegato Maiolo – nei confronti dei Comuni ha raggiunto livelli insostenibili. Oggi i cittadini pagano delle tariffe applicate in maniera illegittima e decise unilateralmente dal soggetto gestore delle risorse idriche, oltre il limite stabilito dalla normativa. I tanti contenziosi tra i Comuni, ultimo quello di Scalea, e la Sorical stanno mettendo in grave difficoltà le amministrazioni locali». 

Secondo il presidente di Legautonomie, l’obiettivo di questo atto di diffida è fare da pungolo alla Regione affinché si faccia promotrice di una svolta nel settore, in un momento in cui il socio privato, Veolia, ha annunciato di voler andare via e si apre un ventaglio di opportunità da cogliere. «Proprio in questa fase – ha aggiunto – si può affrontare la vicenda con maggiore libertà e fare una scelta politica e gestionale. È un dato di fatto che il sistema, oggi, non funziona e non è al servizio del cittadino». 

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento dell’avvocato Pitaro, che ha sottolineato come la finalità della diffida sia richiamare l’attenzione della politica sulla vicenda e far nascere un tavolo di concertazione con i Comuni per ragione sul futuro della gestione dell’acqua in Calabria. «La Sorical – ha aggiunto – è nata male negli anni dell’amministrazione Chiaravalloti e i Comuni ne hanno subìto l’istituzione con disagi di natura economica e organizzativa. Ora siamo arrivati al punto che le amministrazioni comunali non riescono più a pagare le fatture della Sorical, bisogna prendere atto che c’è un’emergenza e che va affrontata insieme ai Comuni. Se la Regione non si muoverà, noi crediamo a una class action, a cui i Comuni dovranno aderire in maniera massiccia. Una class action che sarà di natura risarcitoria, visto che la Sorical non è una società pubblica».

Agli strumenti giudiziari della diffida e della class action fa il paio la richiesta di una commissione d’inchiesta regionale sulla gestione dell’acqua per studiare le singole situazioni a livello locale e avanzare delle proposte di riforma. «Lo  statuto regionale – ha detto Maiolo – prevede la facoltà, per il Consiglio, di attivare una commissione del genere, che approfondisca le questioni e in 4 mesi faccia delle proposte. Sarebbe sicuramente utile per capire cosa è successo in questi 16 anni nel settore». Una proposta, questa, condivisa dall’onorevole Lomoro, secondo cui «bisogna cogliere l’occasione dell’uscita del socio privato. Ma se la politica non lo capisce serve una commissione d’inchiesta che individui i problemi e trovi dei correttivi. Alla diffida si potrà fare seguito con altre azioni previste dal legislatore per la difesa degli interessi dei cittadini».

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