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VENOSA- E’ ancora una volta il petrolio ad animare il dibattito politico venosino.

Il Movimento 5 Stelle non ha gradito di essere equiparata da associazione Futura alla maggioranza nel pubblico manifesto “Il silenzio degli innocenti”, che denuncia ritardi e inadempienze nella vicenda relativa alla istanza di permesso di ricerca idrocarburi nell’area del Vulture – alto Bradano di Aleanna Resources. E dopo aver dichiarato di comprendere, condividere e fare proprie le preoccupazioni espresse dall’associazione, i grillini fanno alcune precisazioni per evidenziare quanto fatto per affrontare il “progetto Palazzo”.

«Tra le nostre iniziative, ricordiamo una mozione del 29 settembre, con la quale chiedevamo di programmare momenti di informazione dei cittadini, anche con l’ausilio di esperti e delle associazioni operanti sul territorio regionale e di convocare un consiglio comunale tematico per discutere della situazione energetica della nostra Regione – sottolinea Marianna Iovanni, portavoce del Movimento 5 Stelle – A novembre, non abbiamo avuto alcuna remora ad accettare e firmare la delibera proposta da Futura, nell’ambito del consiglio comunale aperto. In quel documento, infatti, si evidenziava proprio la mancata applicazione della Convenzione internazionale sull’accesso all’informazione, sulla partecipazione del pubblico al processo decisionale e sull’accesso alla giustizia in materia ambientale (Convenzione di Aarhus)» . M5S ha sempre espresso contrarietà alle istanze di ricerca come quelle di “Palazzo” e “La Bicocca”.

E proprio su richiesta del Movimento, si sollecitava la creazione di un tavolo tecnico permanente presso il Comune di Venosa, che avrebbe riunito istituzioni locali, tecnici e associazioni, al fine di studiare e portare avanti tutte le iniziative necessarie alla salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, dell’agricoltura, della salute dei cittadini”.

Marianna Iovanni evidenzia: «Quel Consiglio comunale ha partorito solo una lunga verifica di governo, che ha paralizzato per quattro mesi la macchina amministrativa». “La “questione petrolio” – ricorda l’esponente pentastellata – è uno dei motivi di scontro tra le due correnti interne della maggioranza piddina:« pittelliana fu la firma della discordia, che portò alle dimissioni pseudo-irrevocabili dell’allora assessore Cetrone (poi rientrata come vice sindaco!)», denuncia Marianna Iovanni. «E dal momento che le decisioni dei nostri amministratori tengono conto soltanto della linea politica dei loro rispettivi mecenate potentini – aggiunge – i cittadini restano senza le dovute risposte, nonostante la tutela dell’ambiente e della salute siano temi ormai di interesse diffuso e generale e tutelati a livello costituzionale».

Alla fine Iovanni esprime un auspicio: «L’altro giorno si sono insediate nuovamente le commissioni consiliari: sarà la fine del letargo? Cosa e soprattutto in quale maniera risponderà ora la maggioranza alle attese dei cittadini?»

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