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Conferenza stampa questa mattina del presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, affiancato dall’assessore ai Lavori Pubblici, Pino Gentile, e da quello al Personale, Domenico Tallini sui costi e i lavori per la nuova sede della Regione. A determinare una consistente lievitazione dei costi (circa 60 milioni di euro in più rispetto al costo iniziale), sarebbe stato lo stravolgimento del progetto originario, che avrebbe dovuto comportare una spesa di circa 42 milioni di euro per la realizzazione di un’opera in cemento armato. Il progetto è stato convertito al fine di permettere una costruzione in acciaio. C’è poi la necessità di iscrivere in bilancio la spesa necessaria per l’acquisto degli arredi, che il progetto approvato dalla precedente Giunta regionale non avrebbe previsto.
Passaggi che, l’esecutivo in carica, ritiene poco chiari, e così il governatore Scopelliti ha dichiarato che la sua Giunta «è pronta a fornire eventualmente alla magistratura tutti gli elementi necessari, perchè noi non possiamo rispondere delle scelte compiute da altri».
Anno cruciale per il destino del progetto è stato il 2009. In marzo il contraente generale, L’Ati Sadelmi spa, ha segnalato alla regione l’opportunità della realizzazione di una struttura in acciaio in variante rispetto all’originaria tipologia costruttiva. Tale variazione, accettata dal committente, è stata formalizzata con un accordo aggiuntivo stipulato il 12 agosto successivo. Nel frattempo, il contraente aveva notificato alla Regione maggiori oneri per circa 44 mln in considerazione del periodo di tempo intercorso fra la gara, risalente al 2007, ed il possibile inizio dei lavori.
Ma cosa può avere indotto contraente e committente a cambiare in corso d’opera un progetto? Non ragioni di maggiore sicurezza, secondo Giovanni Laganà, dirigente del dipartimento regionale dei Lavori Pubblici, «visto che – spiega – l’acciaio non è sempre più sicuro del cemento». Forse, secondo il presidente Scopelliti, esigenze di propaganda , «dato che si era – spiega in campagna elettorale e bisognava dare ai calabresi l’idea che l’opera andava avanti, innalzando più velocemente le strutture della cittadella regionale». In ogni caso la Regione si trova oggi davanti ad un bivio: rinegoziare il contratto con l’attuale contraente o rescinderlo. «Cisono progetti da rivedere – ha detto Gentile – e questioni di natura tecnico-giuridica molto complesse da superare». Che la situazione sia molto complessa lo ha detto pure l’assessore al personale Domenico Tallini.
«Il presidente Loiero – ha detto Tallini – volle celebrare in pompa magna la posa della prima pietra, sostenendo di aver trovato la soluzione ad un problema decennale. Parlò di un garbuglio quasi inestricabile. Oggi – ha aggiunto Tallini – sarà un miracolo se riusciremo a superare la situazione che abbiamo ereditato».
Davanti all’assessore Gentile si pone ora il problema di trovare i soldi occorrenti: «Ho le idee chiare su come procedere» assicura il responsabile dei Lavori Pubblici. Di certo, c’è la determinazione della Giunta a superare ogni ostacolo. «Si tratta di un progetto molto atteso dai calabresi – ha spiegato il governatore Scopelliti – indispensabile non soltanto per la città di Catanzaro ma per tutta la Calabria. Concentrare uffici e personale in un’unica sede – ha detto – significa aumentare la capacità della Regione di offrire risposte ai cittadini. Anni fa, da presidente dell’assembblea, ho inaugurato la sede del Consiglio regionale a Reggio Calabria. Voglio fare lo stesso a Catanzaro da presidente della Giunta. La cittadella regionale è un’opera di importanza strategica».
Ma a spingere in questa direzione, oltre a ragioni di funzionalità dell’ente, anche e sopratutto i costi che il governo regionale sopporta dal ’70 per i fitti dei locali attualmente occupati. «Spendiamo quasi 7 milioni e 700.000 euro l’anno in una fase di grandi ristrettezze economiche». A dare un contributo alla velocizzazione dell’iter sarà Michele Traversa, deputato del Pdl, che la Giunta ha indicato come suo rappresentante nel comitato di sorveglianza dell’opera. «Speriamo di ultimare i lavori nel 2013, nonostante – ha detto Scopelliti – una situazione amministrativa allarmante».

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