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Gini Dupasquier, Martina Calvagna e Martina Bonsignore

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IN ESTATE saranno circa centocinquanta le giovani laureate in discipline scientifiche, le cosiddette STEM – Science, Technology, Engineering and Mathematics – , al Sud “pronte per restare al Mezzogiorno e contribuire con le loro competenze a costruire il suo futuro e la sua crescita”.

Un programma di “allenamento” mentale è stato messo a punto per le giovani laureate dalla Fondazione Ortygia Business School. Sarà utile ad affrontare, superandoli, gli ostacoli occupazionali al Sud, resi per tutti più ardui dal Covid-19 e dal divario territoriale con il Centro e il Nord Italia, ma aggravati per le laureate anche dal divario di genere nelle discipline STEM.

Gini Dupasquier, Managing Director della Ortygia Business School, fondata a Siracusa dall’economista Lucrezia Reichlin, quale centro di eccellenza per il rilancio del Sud Europa e in particolare del Sud Italia, spiega così lo spirito di YEP, lo Young Women Empowerment Program. Il programma, che per quest’anno giungerà al termine con le prime due edizioni a giugno 2021, consentirà a circa 150 studentesse iscritte a lauree specialistiche STEM, in cinque importanti atenei del Mezzogiorno che hanno aderito all’iniziativa – Federico II di Napoli, Politecnico di Bari, Università della Calabria, Università di Catania e Università di Palermo – di arricchirsi di competenze trasversali, trovando ispirazione e magari anche possibilità lavorative grazie ad un percorso con manager donne, molte delle quali attive al Sud.

Con il programma di mentoring per il potenziamento femminile, le laureate STEM «imparano a sedersi con consapevolezza e fiducia in sé stesse al tavolo del proprio interlocutore, forti delle loro competenze» – dice Dupasquier.

Il gender gap lauree STEM

Il gender gap non è solo un nodo italiano. Dal rapporto dell’Osservatorio Talents Venture per Assolombarda, spicca che a 5 anni dalla laurea nelle STEM, il tasso di occupazione per le donne è all’85% contro il 92% degli uomini. Una recente indagine di Save The Children, elaborata dall’Istat in occasione della “Giornata delle donne nella scienza”, evidenzia che soltanto il 20% delle ragazze decide di intraprendere una carriera scientifica, contro il 37% dei maschi, con un “divario che ha origini culturali”.

Lo stesso “Rapporto Istat sui livelli di istruzione e di occupazione” del luglio 2020 segnala che il divario di genere nelle lauree STEM risulta ancora molto forte, con il 37,3% degli uomini con laurea scientifica a fronte del 16,2% delle donne, mentre la quota di laureati complessivi in discipline STEM è praticamente uniforme in Italia, circa un laureato su quattro. Nel gender gap delle discipline scientifiche l’Italia tuttavia si comporta meglio dei paesi europei. La percentuale delle studentesse iscritte ai corsi STEM è del 37%, superiore a quella registrata nella media Ue22 e negli altri grandi Paesi europei, dove è pari al 32%. Al Sud, a causa della bassa concentrazione industriale e di impresa e quindi della ridotta domanda di lavoro verso skills tecnico-scientifiche, ancora una volta è più difficile trovare un’occupazione per le laureate STEM, perfino se ingegnere e architette, professioni a maggiore occupabilità.

Il Programma YEP

«Nel programma YEP – spiega la Managing Director della Business School – la mentor, che è la manager, non soltanto guida la giovane trainee a scoprire le attitudini più spiccate verso differenti ambiti professionali, ma offre la testimonianza di una persona inserita nel mondo del lavoro, che ne incoraggia l’ambizione e le aspirazioni, con consigli disinteressati anche per superare i pregiudizi di genere che spesso gravano sulle aspettative personali e professionali delle giovani. Famiglia e amici possono tarpare loro le ali». Dopo il successo della prima edizione pilota, partita a ottobre 2020 in collaborazione con Intesa Sanpaolo, con la selezione di 43 trainees, e in testa la Calabria – 14 le ragazze da questa regione, 13 dalla Campania e dalla Sicilia e 3 dalla Puglia – il programma YEP con la seconda edizione prevede più del doppio delle partecipanti.

«Durante il primo lockdown – racconta Dupasquier – abbiamo organizzato alcuni webinar con importanti attori di business globale, per conoscere quale fosse la loro visione per rilanciare l’Italia e soprattutto il Sud. Molti di loro, stupendoci, hanno citato il lavoro e la valorizzazione del talento femminile come uno dei driver, in piena sintonia con l’obiettivo della Fondazione».

Un pool di partner prestigiosi

Grazie ai partner Accenture, Citigroup, Credimi, EY Foundation Onlus, Open Fiber, Sifi, Sparkle, che hanno condiviso il progetto per rilanciare il Sud e l’occupazione femminile, e all’entusiasmo degli atenei meridionali aderenti all’iniziativa, la seconda edizione di YEP offrirà l’opportunità di partecipare a 91 studentesse. Concluderanno il loro percorso a giugno, con manager donne da tutta Italia, “per trovarsi alla fine pronte a prendere in mano il loro futuro” conclude Gini Dupasquier. Martina Bonsignore, iscritta al Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria e Tecnologie Innovative per l’Ambiente all’Università di Palermo e Martina Calvagna, del Corso di Laurea Specialistica in Direzione Aziendale all’Università di Catania sono state selezionate a ottobre e stanno compiendo il percorso che definiscono “una grande opportunità”.

«Il programma YEP si riassume in una frase della mia mentor durante il primo incontro: sarai apprezzata per la tua sostanza» – dice la prima. Le fa eco la seconda: «Ho incontrato una donna speciale, disponibile, professionale, empatica, che mi sta supportando nell’orientare il mio percorso professionale». La call di candidatura è aperta fino al 14 marzo, disponibile sul sito https://www.capitaleumanosud.it/yep. Attenzione, però. Oltre al cursus studiorum, la lettera di candidatura si confermerà il vero spartiacque per accedere o meno al programma.


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