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STIGLIANO – Guai a parlare di Castello. Una delle ultime frane che ha colpito Stigliano negli ultimi giorni, ha diviso i cittadini sull’argomento.

Se una parte di loro è talmente dispiaciuta di quanto accaduto, da non aver avuto ancora il coraggio di scendere a valle, in via Portello, per vedere l’ormai lontano ricordo di una struttura che è andata in frantumi; l’altra parte non è affatto afflitta, perché di storico in “quell’ammasso di pietre e cemento”, non ha mai visto neanche lontanamente un castello.

Entrambe le fazioni non vanno condannate, entrambe avrebbero ragione. Entrando nel dettaglio, infatti, la storia ricorda che l’antica fortezza è andata perduta anni orsono, il castello è morto secoli fa, ancor prima della sua ultima ristrutturazione, ancor prima del terremoto avvenuto nel XV secolo che lo distrutto per sempre.

Certo è che nei cittadini rimane l’amaro in bocca, e ora si chiedono perché le diverse amministrazioni che si sono susseguite negli anni non hanno fatto di più; magari ricostruendo tutto partendo da zero, o più semplicemente conservandone almeno alcuni resti.

Ma che si tratti o meno di un castello, il problema principale, quello vero, è un altro.

Più volte l’attenzione si è focalizzata sul disastro che la frana ha provocato, dimenticando il disagio che gli sfollati stanno vivendo.

Le famiglie, circa una trentina di persone, hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni.

Alcuni di loro si sono sistemati da parenti o amici, quelli che non avevano questa possibilità, hanno avuto un concreto sostegno da parte della Protezione civile nazionale, la quale ha provveduto a sistemare, a proprie spese, le famiglie nel vicino albergo del ristorante “Mariano”, fino a quando la situazione non sarà risolta.  

Questa evacuazione è dovuta, non tanto alla paura di un definitivo crollo della zona sottostante il rudere del castello, ma per precauzione di quello che accadrà oggi.

Stamane, infatti, a Stigliano sarà presente il Reparto Artificieri della Polizia di Stato, e saranno loro a risolvere il problema.

Il Corpo di Polizia piazzerà delle piccole cariche di dinamite intorno alla zona dove un tempo sorgeva il castello, e farà esplodere il tutto, evitando così future ripercussioni e ulteriori disagi nei  cittadini.

Il castello finito in rovina, dunque, presto non sarà altro che inutile polvere mista a  minuscoli granelli di sabbia, e quello spazio vuoto che lascerà nel centro del paese, potrà essere riempito solo dall’immaginazione dei cittadini, che potranno dire con orgoglio: “Qui un tempo sorgeva un Castello, io non lo dimentico”.

provinciamt@luedi.it

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