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AVELLINO – Minacce nella chat dei ragazzi di una delle classi del Liceo Colletta. Un messaggio chiaro e inequivocabile, nel quale si intima a partecipare allo sciopero con un linguaggio molto violento. Parole forti, del tipo “sgozzo qualcuno”, per dire che l’adesione sarebbe dovuta essere totale, senza esitazioni.

Alcuni genitori non sono stati a guardare e hanno manifestato tutta la loro preoccupazione, segnalando il caso alla dirigente scolastica del Liceo. La stessa che non nasconde la sua amarezza.

MINACCE IN CHAT AL LICEO, LA PRESA DI POSIZIONE DELLA DIRIGENTE

Annamaria La Bruna ci tiene a fare chiarezza: «Si tratta di questioni delicate, non mi sembra una scelta eticamente corretta pubblicare le chat oggetto del caso, ma mai ricevute dalla dirigente dell’istituto, così da gettare discredito sulla nostra scuola. Ad oggi non siamo in possesso dei contenuti di queste chat. Ci è giunta solo una comunicazione da parte dei genitori delle ragazzine coinvolte nella quale si manifestava una certa preoccupazione per l’uso di frasi violente nelle chat della classe».

Ma «è chiaro – prosegue la dirigente – che si tratta di un problema che non riguarda solo il liceo classico ma tutte le scuole e più in generale l’universo giovani, legato ad un uso cattivo delle chat e della Rete. I nostri ragazzi non si rendono conto molto spesso della violenza delle frasi che usano. Vivono in questo mondo virtuale in cui tutto appare lecito e le azioni non sembrano avere conseguenze. Dimenticano, perciò, che le parole hanno un peso e possono ferire».

La responsabile dell’istituto precisa di aver «parlato con i ragazzi della classe, con i diretti interessati e i genitori. Non mi è mai passato per la mente che volessero realmente fare del male alle compagne. Ma certo si tratta di un episodio grave, di un modo di rivolgersi ai compagni che non può essere tollerato e deve essere punito nel rispetto del regolamento d’istituto. È partita da parte nostra, dopo la segnalazione dei genitori, un’indagine istruttoria, lunedì è stato convocato un consiglio di classe straordinario, c’è un regolamento d’istituto che definisce le sanzioni in caso di violazioni da parte degli studenti che dovrà essere applicato. Daremo alle famiglie il tempo di produrre una memoria difensiva e poi assumeremo i provvedimenti ritenuti più adeguati».

POSSIBILI DEI PERCORSI DI RIEDUCAZIONE

In ogni caso «alle sanzioni potrebbero affiancarsi anche percorsi di rieducazione. Del resto, erano stati già programmati degli incontri per riflettere sui linguaggi della Rete e sui rischi legati alla comunicazione da social. Da parte nostra, non vogliamo criminalizzare nessuno. Né gli studenti colpevoli, né le famiglie. Ma vogliamo che chi ha sbagliato acquisisca consapevolezza di ciò che ha fatto e della gravità delle parole usate. Certo, il linguaggio dei ragazzi nelle chat e sui social è fuori controllo, anche perché si tratta di messaggi che vengono scambiati quasi sempre al di fuori delle aule scolastiche, di pomeriggio o di sera. Se non ci fosse stata la comunicazione dei genitori non ne saremmo mai venuti a conoscenza. Ecco perché – conclude – diventa importantissimo che siano gli stessi ragazzi a segnalare alle famiglie e ai docenti se sono vittime di messaggi violenti e intimidatori».

Il fenomeno del bullismo nelle scuole è molto diffuso, come detto dalla dirigente, e come confermano i docenti di altri istituti. Non è affatto raro l’utilizzo di linguaggi molto forti soprattutto nelle chat scolastiche, segno di un fenomeno tutto ancora da affrontare nella sua complessità.

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