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Il momento della proclamazione della vittoria di Milano e Corina per le Olimpiadi invernali del 2026

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Piemonte, Lombardia, Veneto e Lazio si spartiscono Olimpiadi e Expo tutto al nord, di grandi eventi al Sud nemmeno l’ombra

In Italia la prima Esposizione Nazionale si svolse nel 1861, a Firenze, che si preparava a diventare, capitale d’Italia. Poi due volte a Milano, nel 1871 e nel 1881, che fin da allora cominciava ad ammalarsi di bulimia. Nel 1891 fu la volta di Palermo! Prima città del Sud a ospitare questa grande manifestazione, fortemente voluta da Francesco Crispi e da Ignazio Florio.

I Padiglioni della mostra, ispirati allo stile Arabo-Normanno, furono disegnati da Ernesto Basile, su un’area di 130 mila metri quadrati. Il belvedere era alto 60 metri e la sommità si raggiungeva con due ascensori idraulici fatti in Italia. La mostra fu inaugurata il 15 novembre di quell’anno dal re Umberto I e dal Presidente del Consiglio, il Marchese di Rudinì, e restò aperta fino al 5 giugno dell’anno successivo.

Gli espositori furono circa 7.000 mentre i biglietti venduti oltre un milione e duecentomila. E proprio durante quell’Expo di due secoli fa, a Palermo venne inaugurato il teatro Politeama, nel gennaio del 1892 con l’Otello di Verdi. Il Teatro su progetto di Damiani Almeyda a pochi centinaia di metri dai padiglioni di Ernesto Basile. Quindi il capoluogo siciliano è stata la prima città del Sud a ospitare questo evento.

Ignazio Florio, grande famiglia di imprenditori, aveva capito quanto potesse essere importante per una città ospitare un grande evento. Napoli invece non é mai stata sede di un evento di cosi ampie dimensioni. Dopo Palermo nel Sud rispetto ai grandi eventi é calato il silenzio. Per questo l’esigenza di una equidistribuzione dei grandi eventi in Italia si fa sempre più pressante. Ma per fare ciò é necessaria una programmazione Paese. Per evitare che i furbetti si infilino e si candidino concentrando tutte le manifestazioni in una parte.

E infatti se si fa un bilancio dei grandi eventi che si sono svolti nel nostro Paese, dal dopoguerra, vediamo che vi sono realtà che ne hanno organizzati parecchi ed altre che invece sono risultate assenti. In realtà le regioni che li hanno monopolizzato sono quattro: Piemonte, Lombardia, Veneto e Lazio Il Piemonte é stato la sede dei XX Giochi olimpici invernali, noti anche come Torino 2006, Le gare si sono svolte sia a Torino sia in altre otto località del Piemonte. Poi dal 10 al 19 marzo si sono tenuti, nella stessa sede, i IX giochi paraolimpici invernali.

Il Veneto é stato sede di manifestazioni olimpiche, con Cortina D’Ampezzo nel 1956 che ospitò i VII Giochi olimpici invernali. Mentre il Lazio ospita a Roma nel 1960 i Giochi della XVII Olimpiadi. Ma Roma è sede naturale dei grandi eventi che sono organizzati dal Vaticano con ricadute sulla città notevoli.

La Lombardia ha ospitato Expo 2015. In 184 giorni sono arrivati 21,5 milioni di visitatori da 140 Paesi. In tutto 54 padiglioni costruiti. Il 10 ottobre 2015 è stato toccato il picco assoluto di visitatori: in un solo giorno, 272.785 mila.

Ventimila persone assunte per i 6 mesi dell’esposizione, che si trovarono con difficoltà. Un migliaio quelli impiegati da Expo spa; 8.000 i volontari che, a titolo gratuito e per un massimo di due settimane ciascuno, hanno operato sul sito espositivo. A centinaia le gite scolastiche organizzate da scuole provenienti da tutta Italia. In totale sono stati oltre 2 milioni studenti. Con le operazioni ‘Expo’ e ‘Strade Sicure’ sono stati 2.300 i militari che hanno partecipato alle operazioni di sicurezza. Un evento importante e con grandi ricadute. I prossimi appuntamenti riguardano il Veneto e la Lombardia con Milano-Cortina 2026 che, inizialmente a costo zero, continua ad assorbire risorse dalla fiscalità generale.

Il 4 novembre 2020 il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, firma il primo decreto che finanzia 1 miliardo di euro per le opere infrastrutturali nei territori Olimpici. Ma altri ne seguiranno fino alla ultima finanziaria. È un caso che recentemente tutti i grandi eventi sono stati localizzati in sole quattro regioni? Qualcuno potrebbe dire le Olimpiadi invernali non possono certo essere organizzate in Campania, o che alcune realtà sono già pronte e più facilmente possono vincere a livello internazionale la competizione, cosa non sempre semplice.

Per esempio per l’Expo di Roma vi é un competitore molto danaroso come Riad che sarà certamente duro da battere. Rispetto alle politiche di localizzazione del nostro Paese che ha concentrato tutto in una parte, un esempio virtuoso viene dalla Spagna che ha organizzato i grandi eventi del Paese distribuendoli nel territorio. Siviglia diventa sede dell’Expo del 1992, Barcellona sede della 25ª edizione dei Giochi olimpici moderni, tenutasi a Barcellona nello stesso anno e Valencia della Vuitton Cup, nel 2007.

Certo se si candida una città piccola può succedere quello che accadde a Smirne che perse rispetto a Milano. Ma forse vale la pena di rischiare per investire sui territori marginali che più ne hanno bisogno. Infatti miliardi di investimenti, in caso di assegnazione, sono in ballo. Roma investirà 23 miliardi di euro per Expo, un evento che per il Comitato promotore dovrebbe portare un indotto di 50 miliardi. Ma chi decide? I Paesi membri del Bie.

Sono 171 i Paesi membri del Bureaux International des Expositions, che a novembre sceglieranno la citta ospite di Expo 203O, tra Roma, Riad e Busan, che è la seconda città più popolosa della Corea del Sud, dopo Seul, ed è situata nel Sud-Est della penisola. Probabilmente però la scelta dei Paesi dipende più dalla forza contrattuale della Nazione richiedente che dalla importanza della localizzazione proposta. Il tema vero che va affrontato, e che finora é stato dolosamente evitato, é capire a cosa servono rispetto al Paese. Perché se é vero che in Italia bisogna mettere in funzione la seconda locomotiva tale domanda non potrà a lungo essere elusa.

Tranne che questa affermazione non sia la solita “grida” senza conseguenze reali. Vi é una occasione adesso che si presenta: la candidatura per le Olimpiadi estive del 2036. Quale migliore localizzazione dell’area dello stretto di Messina, che avrà per quella data il ponte a campata unica più lungo del mondo “a miracol mostrare”? Tranne che i programmi per il Sud non siano sfoghi di vento.

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