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Il rigassificatore di Piombino

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Inviato a Bruxelles come bozza preliminare, ora sotto esame per l’approvazione definitiva del Parlamento, il nuovo piano nazionale integrato per l’energia e il clima scritto dal governo delinea per i prossimi 7 anni la traiettoria che l’Italia seguirà per limitare le emissioni di anidride carbonica, cambiare il sistema energetico, seguire le indicazioni climatiche europee. Un progetto che guarda perfino all’energia dall’atomo e pensa di adottare le tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2.

I PIANI AL SUD IPOTESI REMOTE

Sui rigassificatori, però, il piano dà parole generiche e fumose: i progetti di impianti nel Sud sono ipotizzati come possibilità remote e le uniche infrastrutture confermate dal programma sono quelle che esistono già, da ingrandire. Il piano colloca nel limbo dei mai nati i progetti già autorizzati, e pronti a essere costruiti, di San Ferdinando nel golfo di Gioia Tauro (Sorgenia con Iren) e di Porto Empedocle vicino ad Agrigento (Enel).

Emanato un mese fa dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il piano nazionale integrato per l’energia e il clima pesa 424 pagine ed è riassunto dalla sigla improbabile Pniec, una delle sigle cui non ci hanno ancora abituali come Pnacc (Adattamento ai cambiamenti climatici), Pnrr (Ripresa e resilienza) o Pitesai (Transizione energetica sostenibile delle aree idonee).

Il Pniec sottolinea le «grandi potenzialità» dell’Italia nel rilancio della ricerca nucleare, sebbene nei giorni scorsi il governo abbia espresso programmi anche per costruire qualche centrale. L’obiettivo è partecipare a «sperimentazioni su soluzioni innovative» per «preparare la filiera nucleare italiana in una prospettiva al 2050 con l’impiego di tecnologie innovative».
Altre tecnologie prioritarie sono idrogeno, eolico in alto mare, cattura e sequestro dell’anidride carbonica (in sigla Ccs, carbon capture and sequestration).

E sul metano? I programmi del Pniec sull’uso del gas sono distribuiti lungo tutto il corso del ponderoso documento. Al settore gas è dedicato un capitolo (pagina 114 e seguenti) in cui il Pniec dice che «il gas continuerà a giocare un ruolo determinante per il sistema energetico nazionale durante il periodo di transizione».

IL GNL

Un capoverso del capitolo approfondisce il Gnl, cioè il gas naturale liquefatto che viene importato via nave e riportato allo stato gassoso nei rigassificatori. «L’apporto del Gnl nel 2021 è stato pari a circa 9,8 miliardi di metri cubi, il 13,5% del totale delle importazioni, in riduzione del 22% rispetto all’anno precedente, pari in termini assoluti a circa -2,8 miliardi di metri cubi. In particolare, si registrano i seguenti arrivi di Gnl ai tre terminali nazionali: Lng Adriatic (Cavarzere) 7,3 miliardi di metri cubi (+7.5%); Gnl Italia (Panigaglia) 1,1 miliardi di metri cubi (-57,3%); Olt (Livorno) 1,4 miliardi di metri cubi (-56,1%)».

Per aumentare la sicurezza energetica nell’import di metano, il Pniec si limita a confermare l’esistente. A pagina 259 il piano parla di nuove importazioni (3,5 miliardi di metri cubi dall’Egitto, altri 1,4 dal Qatar, 4,6 dal Congo, 3,5 miliardi di metri cubi da Paesi in via di negoziato).

Quando, però, si tratta di delineare le infrastrutture di importazione, sono sempre le stesse, cioè la «massimizzazione dell’utilizzo dei terminali Gnl esistenti» e le due nuove navi rigassificatrici di Piombino e Ravenna. «Infine, si valuteranno ulteriori iniziative per la realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione da localizzare nel sud Italia (tra cui Gioia Tauro e Porto Empedocle) e in Sardegna».

MEZZOGIORNO SPARITO

Cambiamo pagina. Il documento del governo, a pagina 276, si sofferma sul capitolo “Sviluppo e adeguamento del sistema di rigassificazione”. Qui i due progetti del Sud sono del tutto scomparsi. «Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica sta attivamente perseguendo una strategia di diversificazione e di aumento delle forniture di Gnl sia con politiche attive di accordi con i Paesi produttori, sia mediante l’incremento della capacità di rigassificazione tramite l’autorizzazione di due rigassificatori galleggianti (Frsu), gestiti da Snam e localizzati nel porto di Piombino e al largo delle coste di Ravenna, sia attraverso l’autorizzazione di incrementi della capacità di rigassificazione dei terminali esistenti». Il Sud non esiste.


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