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Lo stabilimento Stellantis di Melfi

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La produzione nello stabilimento lucano di Stellantis è in leggera crescita (+3,9%) ma la situazione di Melfi è indietro rispetto al 2019. La perdita è di circa 78.000 auto (meno 31,4%), la flessione più pesante. Crolla anche l’occupazione

La produzione del gruppo Stellantis cresce nel 2023 in Italia e pure in Basilicata. Ma, se si guarda agli anni precedenti, le cifre di Melfi presentano molte più ombre che luci. E’ quanto emerge dal rapporto della Fim Cisl nazionale sulla produzione del gruppo automobilistico che il segretario Ferdinando Uliano ha illustrato ieri 5 gennaio 2024.

Il dato produttivo nel 2023 nello stabilimento lucano è «in leggera crescita, più 3,9 per cento rispetto all’anno precedente. Se lo rapportiamo al 2019 la perdita è invece di circa 78.000 auto (meno 31,4%), la flessione più pesante negli stabilimenti dell’auto». Le 170.120 auto prodotte nello stabilimento lucano sono così ripartite: il 29,8% 500x, il 42,8% Jeep Renegade e il 27,3% Jeep Compass. Il leggero miglioramento sul 2022 è determinato dal minor impatto generato dagli stop produttivi per mancanza di materiale. Nel corso del 2023 sono stati 73 giorni mentre nel 2022 sono stati 104 giorni con una turnistica maggiore.

«Il venir meno di circa un terzo della produzione rispetto al 2019 – si legge nel report Cisl – ha comportato delle ripercussioni negative in termini occupazionali. Si sono affrontate con vari strumenti alternativi ai licenziamenti, come le incentivazioni all’uscita su base esclusivamente volontaria (nell’ultimo anno periodo ha coinvolto quasi 1.450 lavoratori portando l’occupazione a 5.600) trasferte infra-gruppo circa 1.150 persone. Da metà maggio 2023 la turnazione nello stabilimento è passata da 17 a 15 turni».

Per la Fim Cisl «la situazione dello stabilimento Stellantis di Melfi rimane comunque difficile e complessa. Soprattutto nella fase di transizione verso i cinque nuovi modelli multibrand completamente elettrici, sulla piattaforma Bev Stla Medium, che certamente rappresentano una risposta positiva in termini di prospettiva futura per lo stabilimento lucano. Nell’incontro del 23 novembre scorso, al Centro Stile di Torino, le segreterie nazionali hanno potuto visionare i nuovi modelli e verificarne le potenzialità.
L’ultima parte del 2023 – fa sapere il sindacato – è stata caratterizzata dalla fase necessaria per accompagnare la transizione verso la produzione dei cinque nuovi modelli. Stipulato a tal fine un nuovo Contratto di solidarietà con scadenza 4 agosto 2024. Ad ottobre, con la conferma del quinto modello full electric a marchio jeep, che chiedevamo come Fim-Cisl per dare ulteriori garanzie per il futuro dello stabilimento, abbiamo verificato anche il cronoprogramma per l’avvio delle nuove produzioni e l’intreccio con le attuali produzioni».

Nello specifico nell’ultimo quadrimestre 2024 partirà la salita produttiva della prima vettura full electric a marchio DS. Seguiranno nel 2025 altre due vetture, una Jeep e una DS, nel 2026 le altre due, una a marchio Opel e la Lancia Gamma. La Jeep Compass sarà prodotta anche in una versione ibrida di ultima generazione. Verrà inoltre realizzata la nuova linea di assemblaggio delle batterie che partirà con il lancio dei nuovi modelli. Il cronoprogramma di uscita delle attuali produzioni prevede che la prima ad uscire nel 2024 sarà la 500X e a seguire la Jeep Renegade a fine 2025.

«Per l’indotto stiamo agendo a livello istituzionale, sia ministeriale che regionale, per avere tutte le garanzie legate per evitare impatti negativi a livello occupazionale. Gli incontri svolti in sede ministeriale a dicembre e quelli programmati dal 22 gennaio 2024 per noi devono rappresentare l’ambito dove ottenere quegli elementi di garanzia che oggi non abbiamo. È necessario che il gruppo Stellantis sia impegnato a dare priorità nelle forniture alle aziende del comprensorio – conclude la Fim Cisl -, ma nello stesso tempo, bisogna sostenere le aziende fornitrici nel processo di ammodernamento e di transizione verso le nuove produzioni. Inoltre è indispensabile agire sull’accordo di programma e sulle strumentazioni a disposizione nelle aree di crisi complessa per attrarre altri nuovi investimenti e per tutelare i lavoratori dell’area di Melfi».

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