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DOPO i luoghi dell’assurdo, o dei percorsi ad ostacoli per i cittadini in movimento (LEGGI), è il momento dei racconti. E che racconti! La Calabria ha una grande letteratura in tema di spostamenti, i viaggiatori europei arrivavano da cronisti in una terra povera e splendente. Il francese Paul Louis Courier, una specie di inviato di guerra dei primi dell’800 scrive: «In codeste montagne i sentieri sono esposti al precipizio…» . Perché si sa che le difficoltà sono dovute anche alla conformazione di questa terra, alle montagne che si tuffano nel mare, come scrive il poeta Franco Arminio.

Il tragitto a piedi da Roccella a Stilo, via Stignano, di Edward Lear nel 1847 fu senz’altro più avventuroso di un trekking dei nostri tempi, anche se le sorprese non mancano mai.  Ma a fine ‘800 il romanziere vittoriano George Gissing prende uno dei treni per Catanzaro e sembra quasi un racconto di oggi: «Per mezz’ora il treno sale lentamente. Le vetture sono di costruzione speciale, leggere e con molti finestrini, così da offrire molte vedute del paesaggio. Era molto bella questa lunga e ampia valle in salita, riccamente alberata… Poi si restrinse, divenne una gola fra neri contrafforti che si riavvicinavano e sembravano sbarrare ogni ulteriore cammino. Qui il treno si fermò e tutti i passeggeri (una mezza dozzina) scesero». Per tempi e forse anche per affollamento, la situazione non è poi tanto cambiata. I disservizi sono  continui e provocano rabbia, rendono la Calabria un’isola circondata da montagne. 

Ecco quindi le piccole cronache dei viaggi a piedi datati 2023, per lavoro o per piacere, a sud del Sud. Con una certezza: impossibile scherzarci sopra: treni persi, aeroporti chiusi vogliono dire appuntamenti saltati, concorsi mancati, incontri cancellati. Insomma una partenza ad handicap per i cittadini di questa regione.

La denuncia della deputata

L’onorevole Elisa Scutellà (M5S) perde il Frecciarossa Sibari-Bolzano, anticipato di tre minuti per lavori sulla linea. Purtroppo il treno regionale che doveva portarla a Sibari ha mantenuto il vecchio orario. Risultato? Triste selfie con post della deputata, ferma al binario: «Siamo cittadini anche noi e nel resto d’Italia funziona così: esistono treni che ti collegano ad altre stazioni che offrono ulteriori servizi. Sono in contatto con Trenitalia da un po’ e mi hanno chiarito che la Freccia ritornerà al suo orario iniziale da metà marzo. Cosa si può fare nel frattempo? La Regione dovrebbe rimodulare l’orario del treno locale».

Il pendolare green

Andrea scrive al Quotidiano. «Sono un cuoco di Amantea e lavoro a Paola: sia per una questione economica che per coscienza  ambientalista, utilizzo il treno per raggiungere il lavoro. Sono costretto a fare due abbonamenti, uno regionale ed un Intercity, devo quindi pagare il doppio perché ci sono treni differenti in denominazione ma le locomotrici sono uguali… ma non è questo il problema. Ultima corsa regionale o Intercity da Paola verso Lamezia con fermata ad Amantea è alle 22:03. Le ferrovie calabresi andrebbero potenziate, la linea dei treni tirrenica dovrebbe offrire servizi notturni in chiave turistica e dare la possibilità a noi pendolari di tornare a casa in serata, senza rischiare la vita su strade che conosciamo purtroppo bene. E il treno riduce le emissioni!».

Impossibile lavorare da giù

Scrive Marsio Bellizzi: «Un quadro desolante. Subito dopo il Covid, ho provato a lavorare da giù per qualche mese. Non avevo la macchina e per qualche motivo ero convinto che mi sarei potuto spostare coi mezzi, è stato un incubo. Una volta sono atterrato all’aeroporto di Lamezia alle 9 di mattina. Alle 13 ero ancora lì ad aspettare gli autobus che non sono mai arrivati. Alla fine ho dovuto prendere un “taxi” per Cosenza che mi è costato un occhio. Se decido di prendere il treno, arrivato a Sibari sono bloccato. Una rete che collega i vari territori locali è assente. Eppure sembra che le maggior parte delle persone non lo vivono come un problema. Manca la consapevolezza e la capacità di autocritica a 360 gradi».

Ritorno nell’Area Grecanica con imprevisto

Nicola A. Priolo offre una esperienza molto significativa: «Muoversi a piedi per chi arriva a Reggio sembra un obbligo più che una scelta da sognatori. Ecco la mia ultima esperienza. Fra un paio di mesi torno a Reggio, questa volta arriviamo dal Belgio volando con ITA. Atterriamo alle 22.50 di un sabato. Volevo noleggiare un’auto per potermi spostare nella mia amata Calabria Grecanica (https://www.facebook.com/groups/10102913 06184194) . Niente da fare. Alle 23, alcuni uffici sono chiusi, uno sarebbe aperto ma bisogna pagare 60 euro extra il disturbo. Allora decidiamo di aspettare qualche ora, domenica mattina, e sicuramente potremo noleggiare la nostra auto. No, non si riesce a prenotare per domenica, si deve attendere il lunedì. Risultato, domenica mattina prendo il treno per risalire a Lamezia dove ho trovato ovviamente ogni tipo di auto a noleggio».

Volo in ritardo, si dorme in aeroporto

La segnalazione di Gerardo Algieri: «Se l’ultimo aereo della sera ritarda, ti tocca dormire all’aeroporto di Lamezia perché non ci sono collegamenti per Cosenza. Ma di che cosa parliamo?

Nella casa dei nonni

La testimonianza di Franca De Sandro: «Se in Calabria abiti in un paesino dell’interno non sulla costa se non hai la macchina non ti muovi, non ci sono mezzi o treni che ti portano sulla costa. Io sono calabrese ma vivo in Piemonte ho una casetta dei nonni in Calabria dove passo 5 mesi all’anno, perché è casa mia è la mia terra, dove sono nata, ma che disguidi».

Al “Tito Minniti” si arriva anche con l’autobus

Il lettore Peppe Gallo ci tiene a segnalare un dato positivo che riportiamo volentieri. È infatti vero che i mezzi pubblici a Reggio Calabria funzionano abbastanza bene, cantieri permettendo, anche grazie all’urbanistica da new town della città, con un parco-bus moderno e stazioni attrezzate. Scrive Gallo: «Ho letto il bel racconto sulla stazione FS Aeroporto che è lontana dallo scalo. Volevo solo specificare che all’aeroporto di Reggio si arriva anche con un autobus e un biglietto urbano, gli orari sono consultabili sul sito dell’ Atam».

Ma per noleggiare una macchina…

Il lettore G.C. da Milano aggiunge: «Il “rent a car” dell’aeroporto di Reggio Calabria sta di fatto a Ravagnese e per raggiungerlo devi fare almeno 400 metri con i bagagli, passando su una strada senza attraversamento pedonale. Ho saputo che per fortuna alcune compagnie stanno tornando nell’edificio dell’aeroporto».

(Il viaggio continua, scrivete a giuseppe.smorto@tuta.com)

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